Città di Castello

Crollo tetto ex ospedale, Secondi “Agibilità non c’è ma immobile è stato messo in sicurezza”

Poco più di un mese fa crollava parte del tetto dell’ex ospedale di Città di Castello. Nell’ultima seduta del Consiglio comunale Vittorio Vincenti (Tiferno Insieme) ha portato un’interrogazione sull’edificio di proprietà della Regione, “dal 2000 lasciato a se stesso“, chiedendo anche notizie sull’adiacente sito templare di Santa Maria della Carità.

L’ospedale è la maggiore cubatura della città non utilizzata – ha esordito il consigliere d’opposizione – e per metterlo in sicurezza sono stati spesi 43mila euro ma parte del tetto è crollato, come ben si vede dalla Pinacoteca. Sono passati 18 anni dalla dismissione dell’immobile ma nella Giunta hanno seduto sempre gli stessi. Facciamo pressioni politiche sulla Regione per scongiurare, con altri interventi, ulteriori crolli. I posti macchina sono sicuri per i cittadini che li usano? A Santa Maria della Carità i lavori sono slittati in avanti?”.

I lavori al sito templare sono alla fine – ha detto l’assessore ai Lavori Pubblici Luca Secondiquanto all’immobile dell’ospedale è un elemento di degrado ed il Comune ha pungolato gli enti preposti per una soluzione di recupero”.

Leggendo una relazione della Regione Umbria, Secondi ha riassunto gli interventi che si sono avvicendati, dicendo che “l’agibilità non c’è ma l’immobile è stato messo in sicurezza. La Regione ne ha messo in campo il recupero attraverso la Cittadella della Salute, finanziato attraverso i milioni del post sisma, 3 del Lascito Mariani e altri dalla Asl 1, che risparmierebbe sul monte attuale degli oneri di affitto trasferendo le attività nell’ex ospedale. Siamo al piano di fattibilità, calibrato su recupero di parti idonee e funzionalizzazione di 3000 mq. Le risorse effettive ci sono per raggiungere l’obiettivo. Rispetto a qualche mese fa la conclusione è molto più concreta”.

Nella replica Vincenti ha detto: “Ben vengano investimenti ma scongiuriamo il crollo del tetto. Usare i soldi del Lascito per ripararlo perché la Regione è rimasta inerme sarebbe contrario allo spirito di questa liberalità e gli eredi potrebbero fare obiezione. In via Santa Caterina ci vuole almeno una copertura in lamiera. L’ospedale è stato messo a bilancio della Regione come utile patrimoniale di 3 milioni di euro ma quell’immobile, così, non vale niente”. Secondi ha ribadito come “mettere in fila le cose per il recupero è già importante”.