(Jac. Bru.) – E’ durata poco più di mezz’ora e si è conclusa con un rinvio al prossimo 4 giugno l’udienza preliminare che avrebbe dovuto disporre l’eventuale rinvio a giudizio delle 7 persone accusate di avere delle responsabilità nel crollo parziale della chiesa di San Giacomo avvenuto il 23 novembre del 2010, durante le operazioni di restauro e consolidamento strutturale dell’edificio.
Negligenza e omissioni – Implicati nelle indagini condotte dal sostituto procuratore Federica Albano figurano i progettisti degli interventi di consolidamento, i direttori responsabili dei lavori, il coordinatore per la sicurezza, il collaudatore generale e il legale rappresentante della ditta appaltatrice, che ha sede in Città di Castello. Sono accusati di disastro colposo e altre violazioni su appalti, edilizia e sicurezza. Sarebbe stata la loro negligenza, stando ai risultati dell’inchiesta, a causare il crollo delle navate centrale e laterale destra della chiesa. In particolare, gli indagati avrebbero omesso di puntellare colonne ed archi prima degli interventi strutturali e di effettuare saggi per verificare la profondità del terreno sul quale poggiavano le colonne stesse. Inoltre, avrebbero proceduto a demolizioni e sbancamenti senza le precauzioni atte a prevenire infortuni agli addetti ai lavori o danni a terzi.
Perizia tecnica – L’indagine della procura si avvalse anche della consulenza di un perito, l’ingegner Nicola Augenti, che redasse una perizia tecnica sull’episodio. Inizialmente, oltre alle 7 persone già citate, la dottoressa Albano iscrisse nel registro degli indagati altri 4 uomini: un sacerdote, due tecnici del Comune di Spoleto e un tecnico della soprintendenza. La loro posizione però fu ben presto archiviata, grazie anche alle memorie difensive presentate dai loro legali difensori.
Fascicolo incompleto – Per sapere se i 7 indagati verranno o meno rinviati a giudizio bisognerà attendere qualche altro mese. Oggi infatti il gup Augusto Fornaci ha accolto l’eccezione preliminare presentata da uno degli avvocati difensori (a cui tutti gli altri si sono associati) sulla non completezza del fascicolo in possesso del Pubblico Ministero – la dottoressa Mara Pucci – nel quale mancherebbero alcune prove documentali, nello specifico un cd con fotografie dello stato dei luoghi in seguito al crollo.
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