I vigili del fuoco di Terni sono dovuti intervenire questa mattina in piazza della Repubblica a causa del crollo di un cornicione (marcapiano) della Biblioteca comunale. Non è la prima volta che si verificano distacchi del genere dal centralissimo palazzo.
La notizia ha sollevato l’indignazione del Movimento civico “Città futura”: “in passato abbiamo già sollevato l’avanzato degrado e la necessità di manutenzione immediata per la Biblioteca comunale di Terni, sia per la faccia che per l’interno dove ci sono addirittura infiltrazioni di acqua piovana – scrivono dal movimento – in anni ovviamente mai si è provveduto ad un’opera di manutenzione ordinaria per un edificio tanto centrale e soprattutto assiduamente frequentato da migliaia di cittadini. Si procede ogni volta tamponando l’emergenza, solo per evitare che la caduta di materiale possa mettere in pericolo l’incolumità di qualche passante ma le facciate dello storico edificio vengono abbandonate alla più assoluta incuria, trasmettendo una spiacevole sensazione di sciatteria e bruttezza. Ci preme ricordare come questo edificio sia sempre stato la casa della città, infatti, nato in epoca medievale come Palazzo del Podestà, divenuto poi in epoca pontificia Palazzo del Governatore Apostolico per poi essere destinato a Palazzo Comunale dopo l’Unità; è stato, fino agli anni ’70, sempre sede della principale istituzione cittadina, luogo dei principali momenti civili della nostra comunità, offeso dai danni dei bombardamenti è stato poi destinato a sede prestigiosa di una delle principali istituzioni culturali cittadine la Biblioteca Comunale”. “Questa importanza – prosegue la nota – dovrebbe giustificare una maggiore cura per la sua manutenzione, senza dover sempre provvedere con interventi tardivi e di tampone che non risolvono le problematiche esistenti e che rendono solo più precaria l’immagine di un luogo così frequentato. Queste piccole manutenzioni non richiedono certo un grosso impegno economico, ma solo una capacità di programmazione che sembra mancare completamente alla nostra amministrazione, che lascia che le nostre proprietà pubbliche si deteriorino per poi intervenire sempre oltre il tempo limite quando ogni azione di recupero diventa particolarmente onerosa e spesso difficile da mettere in campo, in un periodo, lo riconosciamo, in cui le risorse pubbliche sono ridotte al lumicino. Vorremmo che l’uso intelligente delle risorse fosse la base su cui basare una buona amministrazione senza che ogni volta si debba assistere al degrado ed al totale abbandono del nostro patrimonio collettivo, per magari realizzare nuove strutture che non vedranno mai l’utilizzo e che restano abbandonate per decenni. Possibile che nessuno si sia mai impegnato in tanti anni alla giusta manutenzione di questo importante edificio? perché? forse si era troppo distratti nel riempire di personale all’inverosimile proprio quel palazzo pur di rispondere alle solite logiche clientelari oppure indaffarati a predisporre e seguire gli appalti della cultura?”