A marzo in Umbria si è verificata un'”impennata” del numero di lavoratori in cassa integrazione, secondo quanto denunciato oggi dalla Cgil regionale, che hanno superato la soglia dei 20mila, ci cui più della metà “a zero ore”.
A dispetto di recenti report della Camera di Commercio della provincia di Perugia che parlano di una “graduale uscita dalla crisi” di tutti i settori dell'economia provinciale, il sindacato rilancia l'allarme sullo stato di salute delle attività nostrane, per le quali -dice- “la crisi è tutt’altro che finita”.
Secondo il sindacato, “i dati recentissimi dell’Osservatorio nazionale della Cgil e relativi al mese di marzo 2011 confermano che si continua a vivere una drammatica emergenza sul versante del lavoro e la nostra regione sta subendo pesantemente i colpi della crisi”.
La Cgil denuncia “un'impennata consistente nel mese di marzo della CIG rispetto all’anno scorso mentre le aziende fallite sono aumentate del 122 per cento. E la ripresa che qualcuno intravede è di dimensioni minime e non ha nessun effetto sull’occupazione”.
Secondo il sindacato, “in Umbria nell’anno corrente e precisamente a marzo 2011 i lavoratori coinvolti dalla Cassa Integrazione sono 20.859, dei quali 13.958 nella Cassa in deroga. Mentre per quanto riguarda i lavoratori cassintegrati a 0 ore, sempre a marzo 2011, questi sono 10.295 dei quali 6.979 in deroga. Il tasso di disoccupazione in Umbria è salito dal 7,1 per cento al 8,4 per cento”.
Il sindacato poi punta il dito contro la totale “assenza di una politica industriale a livello nazionale” per fronteggiare una crisi che valuta ancora in pieno corso. La Cgil scenderà in piazza il 6 maggio, con uno sciopero generale nazionale, che in Umbria corrisponderà con una manifestazione a Terni, uno dei centri regionali dove si gioca maggiormente la sfida occupazionale.
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