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Crisi Merloni, oggi la manifestazione davanti ai cancelli di Nocera Umbra / L'onorevole Giulietti: “i lavoratori non siano ostaggio delle banche”

Lavoratori davanti ai cancelli, questa mattina dalle prime ore del mattino alla ex Antonio Merloni di Colle di Nocera, dopo la sentenza del tribunale di Ancona che ha annullato la vendita dell'azienda di elettrodomestici alla Jp di Giovanni Porcarelli.
Un primo momento di mobilitazione e confronto con i lavoratori che i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, Fiom, Fim e Uilm, hanno voluto convocare per esplicitare la ferma intenzione di alzare il livello di attenzione su una vertenza già da anni delicatissima (la più grande del centro Italia, per numero di lavoratori coinvolti, circa 3000 in tutto tra Umbria e Marche), ma che ora si complica ulteriormente dopo la decisione del tribunale marchigiano. Tra le iniziative annunciate c'è la anche la richiesta di un incontro tra una delegazione di lavoratori della ex Merloni e Papa Bergoglio, in occasione della sua prossima visita ad Assisi. Proprio ieri il Pontefice ha ricordato dalla Sardegna come non ci sia dignità senza lavoro e come sia necessario lottare per la sua difesa. Intanto, sono già in atto contatti con il Governo nazionale (al presidio erano presenti anche alcuni parlamentari umbri), al quale lavoratori e sindacati chiedono, dopo la sentenza, di mettere in atto da subito tutte le azioni necessarie a tutela dei lavoratori e del territorio. Già domani è prevista un'iniziativa congiunta a Fabriano e Gualdo Tadino, di fronte alle sedi degli istituti bancari che hanno promosso la causa che ha poi portato all'annullamento della vendita e alla conseguente situazione di ulteriore incertezza per centinaia di lavoratori e famiglie umbre e marchigiane. Questa mattina si è svolto anche il tavolo di concertazione per la Indesit, che avrebbe dovuto svolgersi lo scorso 17 settembre.

La Repubblica delle banche – Alla manifestazione erano presenti anche gli onorevoli del Pd Giampiero Giulietti e Walter Verini, impegnati accanto ai lavoratori e preoccupati per il futuro dell'indotto industriale eugubino – gualdese. Al telefono con Tuttoggi.info, l'onorevole Giulietti ha spiegato come la decisione da parte del Tribunale di Ancona sarà anche legittima, ma che non si può escludere il fatto che a farne le spese saranno i lavoratori e le loro famiglie. “L'annullamento della cessione degli stabilimenti di Fabriano e di Gaifana rimette in discussione il futuro dei 700 lavoratori, di cui 350 impiegati nello stabilimento umbro di Nocera, che erano stati assunti dalla Jp di Porcarelli, andando ad aggravare una situazione già complicata che rischia di far collassare l'intero sistema economico della Fascia appenninica. – ha dichiarato l'on. Giulietti – da questa sentenza emerge che gli interessi finanziari hanno prevalso sugli interessi dei lavoratori e delle loro famiglie che pensavano di aver trovato finalmente un posto sicuro. Con l'annullamento della cessione alla JP è stata cancellata anche la possibilità di attuare il piano industriale e gli ammortizzatori sociali ad esso connessi, vanificando gli sforzi fatti fino ad ora per risolvere una vertenza per la quale si sta cercando da oramai troppo tempo e con enormi difficoltà una soluzione. L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro che non può essere ostaggio delle banche; ci attiveremo da subito, e su questo ci siamo già sentiti con alcuni colleghi delle Marche, affinché il Governo convochi immediatamente un tavolo istituzionale sull'Antonio Merloni e, come ha fatto per altre situazioni industriali, intervenga con misure ad hoc per consentire il diritto al lavoro a migliaia di persone”. Giulietti ha poi voluto ricordare come sia in piedi anche un tavolo di concertazione per la questione Ilva, e che, seppur non sia propriamente calzante come esempio, in quanto in quel caso la questione verte su un problema di tipo ambientale, gli indotti industriali vanno salvaguardati perchè chi ne fa le spese sono i lavoratori. La palla passa quindi al Ministro Zanonato.

L'onorevole Verini a riguardo si è detto certo del fatto che ” il governo e in particolare il ministro Zanonato, metteranno in campo tutto quanto è nelle loro possibilità al fine di garantire continuità produttiva e occupazionale oltre che garanzie sugli ammortizzatori sociali, ridando finalmente speranza ad un territorio così provato da tanti anni di incertezze e sacrifici. Il tema del lavoro – ha affermato il parlamentare umbro – è una grande questione nazionale e, la vertenza Merloni, è una grande questione italiana”.

I sindacati – “Una sentenza che penalizza il lavoro per favorire gli interessi delle banche”, hanno ribadito i sindacati durante il presidio, annunciando per i prossimi giorni uno sforzo crescente di mobilitazione al fine di alzare il livello di attenzione mediatica e quindi di consapevolezza nell'opinione pubblica su questa importantissima vertenza. La mobilitazione proseguirà, ma “senza ostacolare l'attività produttiva di Jp, perché un fermo degli impianti sarebbe in questa fase deleterio”, hanno spiegato i sindacati.

Il Pd di Gualdo Tadino chiede “un intervento straordinario (possibilmente congiunto), da portare in sede ministeriale, affinchè la vertenza della Antonio Merloni che riguarda il futuro dell'intero comparto dell'elettrodomestico nel nostro paese, possa trovare quella giusta considerazione che forse in questi anni non ha trovato.
Ciò che vi chiediamo è di concentrare tutte le vostre forze per cercare di dare risposte concrete ai bisogni reali delle nostre famiglie e delle nostre imprese, che non ne possono più di sentir parlare del futuro politico di Berlusconi, delle regole congressuali del PD, delle primarie o del blog di Beppe Grillo.
Ciò che le persone chiedono anche a noi che sul territorio ci impegniamo in politica, sono risposte concrete, non liti continue, spot o slogan ai quali ormai nessuno crede più”.

Da Rifondazione – Da Rifondazione il Segretario Lucaino Della Vecchia ha affermato che il partito sarà al fianco dei avoratori. “La priorità deve essere la salvaguardia del sistema produttivo, del lavoro e delle persone in carne ed ossa, non la tutela degli interessi speculativi delle banche e della grande finanza”.

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Alessia Chiriatti

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