Umbria | Italia | Mondo

Crisi Melasecche, gli scenari | Le opposizioni attaccano la Lega e il silenzio della Tesei

La crisi di Ferragosto aperta dalla Lega sul caso “Melasecche” spinge le opposizioni a puntare l’indice contro il partito di Salvini. “Mentre i cittadini umbri continuano a sentire sempre più forte il peso di questi mesi difficili, in cui gli effetti dell’emergenza sanitaria e della crisi economica e sociale si sono fatti via via più pesanti, la Lega apre ad una crisi di Giunta regionale,
che conferma l’irresponsabilità e la pochezza del suo gruppo dirigente
nazionale e regionale” dichiarano in una nota congiunta i capigruppo di minoranza all’Assemblea legislativa, Tommaso Bori (Pd), Thomas De Luca (M5S), Andrea Fora (Patto civico) e Vincenzo Bianconi (Misto).


Lega, espulso Melasecche
Effetto domino in Giunta


I possibili scenari

La crisi, al momento, è tecnicamente interna alla Lega, che ha espulso dopo quasi due anni Melasecche, che da consigliere regionale non ha voluto lasciare la sua carica elettiva nel momento in cui è stato chiamato in Giunta da Tesei.

Ma nella dura nota, la Lega parla apertamente di sfiducia anche rispetto all’operato amministrativo di Melasecche. E quindi pone alla presidente Tesei, anche lei esponente della Lega, la questione della permanenza in Giunta del consigliere ternano. Con un effetto domino, dato che Fratelli d’Italia potrebbe tornare a rivendicare un posto a Palazzo Donini. Con la presidente che, a quel punto, sarebbe costretta a scegliere se tenere alcuni suoi nomi di fiducia andando al braccio di ferro con i partiti di centrodestra o sottostare alle regole del Manuale Cencelli.

La Lega, d’altro canto, non può mostrare segni di debolezza dopo i casi di Spoleto, Terni, Todi e Città di Castello.

Ecco perché alcuni, per non danneggiare l’immagine della presidente, propongono che il rimpasto arrivi al termine di una sorta di verifica di metà mandato. Ed a quel punto, le porte girevoli ad aprirsi potrebbero essere diverse.

Opposizioni all’attacco sulla crisi di Ferragosto

Di fronte a questi scenari le opposizioni vanno l’attacco. “Si tratta – sottolineano Bori, De Luca, Fora e Bianconi – di una classica crisi al buio, di quelle da consumare irresponsabilmente in prossimità del Ferragosto, tentando di non dare troppo nell’occhio. Ma così non sarà di certo, visti anche gli appetiti delle altre componenti di maggioranza, che da tempo chiedono più spazio e visibilità”.

Il diktat di Salvini

Formalmente l’assessore Melasecche, che poco dopo la nota in cui la Lega annunciava la sua espulsione è stato immortalato sui social senza troppi affanni in vacanza in Trentino con la famiglia, viene fatto fuori perché non ha rispettato la regola voluta da Salvini: due cariche non si possono accumulare. Un modo per avere più persone impegnate nell’azione politica o per occupare più poltrone, a seconda dei punti di vista.

I progetti del Pnrr

E l’opposizione, su questo, attacca: “E’ bastato un diktat di Matteo Salvini – proseguono i consiglieri regionali di opposizione – per espellere un assessore regionale dal suo partito e a causare uno stallo politico e amministrativo su deleghe centrali come quelle dei Trasporti e delle Infrastrutture, su cui andranno a concentrarsi gran parte delle risorse del Pnrr e quelle della prossima programmazione dei fondi europei”.

L’affondo sul silenzio della Tesei

Ma l’affondo è anche per la governatrice: “Prendiamo atto del silenzio della presidente Donatella Tesei, a cui chiediamo di non trascinare le istituzioni
regionali nelle faide interne al suo partito – concludono le opposizioni – che dimostrano quanto questa maggioranza abbia cuore l’interesse collettivo e il futuro dell’Umbria”.