Il Consiglio comunale di ieri si è svolto regolarmente, e paradossalmente, visti i tempi, la notizia potrebbe essere proprio questa. Non fosse altro che, a garantire l’inizio dei lavori della massima assise cittadina, sono state le opposizioni, con la fondamentale presenza in aula dello stesso sindaco Nando Mismetti.
Raggiunta comunque lo ‘quota minima di sopravvivenza’ ovvero il numero legale di tredici partecipanti ai lavori consiliari: oltre al primo cittadino, sui propri scranni anche Riccardo Meloni ed Ivano Ceccucci di Forza Italia; Fausto Savini capogruppo del Movimento Cinque Stelle; Elisabetta Piccolotti capogruppo di Sinistra Italiana. Presente anche Elio Graziosi del Gruppo Misto.
La partecipazione dei rappresentanti delle minoranze è dovuta solo al fatto che si trattava di un Consiglio comunale in modalità ‘question time’ cioè interamente dedicato alla discussione d‘interpellanze e mozioni quasi totalmente presentate, da esponenti della stessa minoranza. Il mancato svolgimento avrebbe determinato uno slittamento dei tempi per atti aventi anche carattere d’urgenza.
Hanno pesato anche stavolta le assenze dei quattro dissidenti: Moreno Finamonti del Partito Democratico, Lorella Trombettoni ex piddina confluita nel Gruppo misto, Lorenzo Schiarea capogruppo del Movimento per Foligno e Roberto Ciancaleoni capogruppo dei Socialisti Riformisti. Se la minoranza non avesse avuto interesse nel proseguire i lavori, lo scoglio sarebbe stato difficilmente aggirato.
Ad agitare ancor di più le acque, sono i fulmini che l’ex parlamentare Maurizio Ronconi lancia contro il primo cittadino. “Entro luglio scade il tempo che il sindaco aveva proposto e che la maggioranza si era data per la verifica di programma – scrive in una nota – e per gli eventuali conseguenti adempimenti. Il Movimento per Foligno continua ad esercitare responsabilità e buon senso – prosegue Ronconi – ma anche la convinzione dell’inderogabile urgenza di rilanciare un’attività amministrativa che da troppo tempo è debole ed infiacchita, con necessità di riprogrammare riferimenti amministrativi che necessitano di una evidente correzione”. Arriva quindi l’ultimatum dei centristi, senza troppi giri di parole. “Non c’è più spazio per ulteriori rinvii – ammonisce Ronconi – come avviene in tutte le coalizioni degne di questo nome, insieme al programma è necessaria la condivisione della gestione e non invece rimanere impantanati in una specie di monocolore”.