Cultura & Spettacolo

Crisi Lirico Sperimentale, stabilizzare l’Ente e creare il Distretto dello Spettacolo

Oggi, 30 maggio,  presso la sala conferenze di Palazzo Mauri a Spoleto si è svolta la riunione convocata dalle organizzazioni sindacali Cgil Spoleto, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil dell’Umbria relativa alle problematiche del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, ma aperta anche agli “affanni” degli altri comparti culturali.

Erano presenti per la CGIL Michele Agnani, Mario Bravi e Alessandro Piergentili (Segretario generale SLC-CGIL Umbria); per la CISL Francesco Bonini; per UILCOM UIL Riccardo Gradassi.

Hanno preso parte alla conferenza stampa-incontro, anche le rappresentanze delle maestranze e dei musicisti del Teatro Lirico Sperimentale (Federico Balducci, Paolo Zappelli, Massimiliano Marotta, Marco Marcucci, Clelia De Angelis, Ivano Granci, Irene L. Maggi) nonché i rappresentanti sindacali del Teatro Lirico Sperimentale – Maria Silvia Bacino, Gloria Bagatti, Alessandra Bussoletti, Marta D’Atri, Claudio Lepore, Anna Flavia Santarelli.

Lo stato dell’arte

Che l’incontro della scorsa settimana, tra i sindacati, le Rsa del Lirico Sperimentale e le Istituzioni (CLICCA QUI) fosse stato solo un pour parler era sembrato subito molto chiaro. Nessuna proposta concreta è scaturita dal tavolo di interlocuzione, anzi si è parlato  solo e insistentemente di “coperta corta” mentre per contro, è decisamente chiaro  che la situazione di crisi rischia di precipitare nel baratro della “chiusura” l’Ente Lirico spoletino, gettando nel cestino 7 decenni di gloriosa storia nazionale e regionale del canto e della produzione operistica.

Una iattura che si è materializzata nelle durissime parole del Direttore Generale, e memoria storica del  Lirico, Claudio Lepore nel corso dell’odierna conferenza stampa convocata dai sindacati, “Se le cose vanno avanti così abbiamo autonomia solo per portare a termine la Stagione corrente (la 72esima per la cronaca). Il 1 ottobre chiudiamo bottega”.

Come è noto si sta parlando di un passivo di bilancio  appena sotto i 500mila euro. Una cifra importante, non c’è dubbio, ma che  lascia spazio a molte riflessioni, proprio nell’anno in cui in Umbria i Big delle manifestazioni culturali regionali, lamentano difficoltà nel sostenere tutti i costi anche a fronte dell’aumento delle varie contribuzioni locali e nazionali.

Il caso limite è quello di Umbria Jazz dove la dirigenza  ha protestato, nemmeno tanto velatamente, per il taglio della contribuzione di una fondazione bancaria per poche decine di migliaia di euro mentre da poco era stato confermato invece un importante contributo ministeriale per il valore di un milione di euro. (CLICCA QUI)

Al Lirico Sperimentale devo essere fischiate le orecchie, anche perchè come ha spiegato Il D.G. Lepore, “Noi i compiti a casa li avevamo fatti già da tempo, riducendo il personale (5 unità su un totale di circa 10 ndr.) e risparmiando su qualsiasi tipo di spesa possibile in allestimento, ma non a scapito della qualità del prodotto”.

Chi conosce bene il Lirico Sperimentale sa che si fanno i salti mortali per poter  dare luogo alle delle messe in scena dignitose. Anzi la creatività delle splendide maestranze dello Sperimentale non ha mai fatto rimpiangere allestimenti faraonici di altre realtà del settore che spesso invece tolgono qualità al valore principale di un opera lirica, il canto e la musica, e servono solo a creare il famigerato evento.

Prova ne è la meravigliosa Bohéme (CLICCA QUI) andata in scena per la 69esima edizione e poi portata in tourneè in Giappone con un successo di pubblico che dire trionfale e davvero poco.

Ma di storie come questa, ma sopratutto dei tanti cantanti e musicisti laureati allo Sperimentale e dalle brillanti carriere nel mondo nazionale e internazionale della Lirica si potrebbero riempire libri interi.

E poichè il grido di dolore del lirico non è il solo nel mondo della cultura regionale, al netto di chi piange per altri motivi, oggi nell’appuntamento spoletino erano presenti anche altre realtà culturali importanti. Hanno partecipato Roberto Ruggeri, Direttore Artistico del Centro Universitario Teatrale nato nel 1963 a Perugia; Rolando Ramaccini, a nome dei restauratori del comparto del territorio spoletino (anch’esso purtroppo in crisi) e il Prof. Pier Maurizio Della Porta, Vicedirettore dell’Archivio di Stato di Perugia, che ha esposto le potenzialità culturali dello sviluppo della ricerca all’interno di archivi e biblioteche sia private che pubbliche, anche come volano culturale dello sviluppo. Accorato e profondo  l’appello a fare presto del tenore e direttore di coro, Ivano Granci.

L’incontro odierno si è aperto con una costruttiva premessa da parte delle organizzazioni sindacali alla quale ha fatto seguito l’intervento di Claudio Lepore in veste di Rappresentante sindacale del Teatro Lirico Sperimentale. Il confronto si è tenuto anche tenendo conto dalle positive parole espresse ieri a Spoleto in un incontro informale tra un rappresentante delle RSA dello Sperimentale e la Presidente Marini, la quale ha dichiarato la volontà di sostenere il Teatro Lirico Sperimentale e di valorizzare quindi una delle  più antiche eccellenze culturali umbre.

Le proposte sono essenzialmente cinque, semplici e documentate.

1. Sollecitare un progetto di legge regionale affinché il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto sia trasformato in ente regionale quindi con la possibilità da parte della Regione di stanziare annualmente una cifra fissa ricorrente. Ovviamente ne dovrebbero far parte, oltre alla Regione, i Comuni in cui lo Sperimentale circuita le opere liriche e le fondazioni bancarie delle città dove lo Sperimentale opera ogni anno, oltre a quei privati illuminati che vorranno farne parte. In questo modo il Teatro Lirico Sperimentale avrebbe le certezze e le risorse necessarie per il proseguo delle attività. Sarà compito della Giunta Regionale, se lo vorrà, elaborare e proporre questa legge;

2. Andare oltre al problema del Teatro Lirico Sperimentale guardando alla creazione organica di un effettivo “distretto” dello spettacolo che dovrà comprendere le professionalità della scenotecnica, della scenografia e della musica, attivando sinergie, ad esempio, con la Fondazione Festival dei Due Mondi, che ha in proprietà i laboratori e i magazzini di Santo Chiodo a Spoleto. Tutto ciò per rendere possibile quella “Cinecittà dello Spettacolo” evocata sin dal 1984 dal celebre e compianto Prof. Claudio Meldolesi, Direttore del dipartimento di Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, e con la possibilità anche di creare/trasferire un corso di laurea in lettere con questa tipologia di competenze a Spoleto;

3. Rendere possibile, anche attraverso la Regione Umbria e il Comune di Spoleto, l’attività formativa nell’ambito delle professioni e dei mestieri dello spettacolo, della musica, del restauro dei beni artistici e della formazione teatrale di cui il C.U.T., Centro Universitario Teatrale di Perugia, è da sempre protagonista;

4. Offrire certezze, anche se a livello stagionale, a tecnici, Professori d’orchestra e artisti del coro per una Stagione Lirica più articolata;

5. Rendere possibile la contrazione di un mutuo particolarmente vantaggioso, simile alla Legge Bray, tramite Cassa Depositi e Prestiti, e ripianato da Regione Umbria, Comune di Spoleto e fondazioni bancarie.

Il dibattito è stato molto articolato e gli stessi rappresentanti sindacali regionali e provinciali hanno potuto constatare quanto possa essere importante il settore all’interno di un più ampio progetto di sviluppo di questa Regione, dove la cultura può e deve essere uno dei volani.

La stessa lettera del M° Andrea Cera che lavora, insieme ad altri compositori italiani all’IRCAM di Parigi (Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique), è stata esaustiva. Presso l’IRCAM vengono brevettati sistemi e applicazioni della musica correlati al mondo dell’industria e al “suono”, studiando ad esempio il suono del motore della macchina elettrica; il suono nelle ristrutturazioni abitative; applicazioni, insieme a chimici e architetti, per modificare il suono dei vari involucri in PET o PVC; studio, ricerca e applicazione dei suoni e avvertimenti all’interno degli abitacoli delle automobili; sound design.

È stato un importante momento di condivisione delle varie problematiche correlate alla cultura e non soltanto circoscritto al Teatro Lirico Sperimentale.

E’ bene chiarire che se a qualcuno fosse passata per la testa l’idea che il Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” ha le sembianze di un carrozzone all’italiana, di quelli dove il fondo del borsellino è ormai pieno di buchi, questa  è smentita dai fatti. Dopo 7 decenni di vita e con il riconoscimento internazionale e nazionale che lo caratterizza, l’Ente spoletino non ha nessuna possibilità di raggiungere i livelli di teatri blasonati come ad esempio, il Maggio Musicale Fiorentino con 62 milioni di passivo.

Ecco, in questi casi i compiti a casa ancora devono essere fatti.

Foto: Tuttoggi.info (Carlo Vantaggioli)

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