Spoleto

Crisia Spoleto, Lega mette all’angolo De Augustinis, Cretoni chiede scusa ma …

Arriva a tre giorni dall’apertura della crisi politica la presa di posizione della Lega, la principale forza politica della Giunta De Augustinis che giovedì scorso, insieme agli alleati, ha deciso per abbandonare l’aula del Consiglio comunale.

La nota stampa arriva dalla segreteria regionale di Perugia (anche se può intestarsi alla struttura del commissario spoletino Riccardo Fedeli) e mette all’angolo la squadra del sindaco Umberto De Augustinis.

Sconfessando così in qualche modo lo stesso primo cittadino che ieri al Corriere dell’Umbria – giornale che gli deve essere quanto meno simpatico visto che non ha sentito di rispondere ad altri, tra cui Tuttoggi – ha stemperato la vicenda parlando di intemperanze legate ad una singola vertenza (quella della revisione dei tributi per commercianti e imprese).

Crisi, “Giunta a un bivio”

La Lega Spoleto ha chiesto la fiducia dei cittadini, ormai due anni fa, per essere strumento di cambiamento e non di certo per barcamenarsi nell’assise democratica con liturgie inutili ed inefficaci e, alle volte, dando spettacolo con comportamenti esecrabili e poco dignitosi” scrive la Lega.

“L’obiettivo non è la sopravvivenza politica fine a sé stessa e ‘il male minore’, non è la nostra strategia. Più semplicemente, crediamo, che la missione a cui siamo stati chiamati sia quella di incidere positivamente nella città e quindi, ad esempio, in favore del tessuto produttivo duramente colpito dalla crisi, come peraltro la Lega fa in tanti altri comuni”.

Riccardo Fedeli, Commissario Lega Spoleto

Poi l’altolà che non lascia spazio a interpretazioni: “Se questa è la volontà di ognuno e anche della Giunta comunale dobbiamo passare dalle parole ai fatti, e dobbiamo farlo subito. Viceversa” conclude la nota “se questo non fosse più possibile o non ci fosse la volontà di farlo, con senso di responsabilità ne dovremmo trarre le dovute conseguenze“.

Insomma per la Lega si deve passare “dalle parole ai fatti, che mancano da due anni.

Perché se l’occasione che ha innescato la crisi è legata alla revisione dei tributi per i commercianti (anche se la mozione di giugno votata da tutto il consiglio comunale pretendeva di individuare sgravi anche per i cittadini che non dovrebbero essere ‘figli di un Dio minore’), sul tavolo restano insoluti anche altri problemi.

Su cui l’ala meno morbida della Lega (Fedeli, Loretoni e Proietti) non vuol fare un passo indietro: dal tema della ricostruzione delle scuole alla tassa di soggiorno, alla riorganizzazione della struttura comunale su cui pesano le scelte dei vari consulenti-pensionati che si sono staccati via via dal sindaco (da Rosario Muro di Fd’I a Maurizio Muscato di Laboratorio per finire con l’ex dem Fausto Libori), per finire, non da ultimo, sul ruolo stesso dei consiglieri che si sentono praticamente snobbati dal sindaco.

La Lega quindi, come pure Fratelli d’Italia, lascia aperto un piccolo spiraglio.

Forza Italia invece resta ancora in religioso silenzio (anche se ormai è strappo acclarato tra la consigliera Morelli e il filogovernativo Ugolini).

Solo Laboratorio conferma pieno sostegno alla Giunta, anche se il comunicato di ieri del capogruppo Mario Mancini lascia più di un dubbio e non chiarisce le posizioni interne alla lista civica che giovedì aveva abbandonato l’aula.


Richiesta dimissioni. La posizione di Partiti e Liste


Per l’opposizione, seppur con vari distinguo di forma, l’esperienza del sindaco-magistrato è giunta a capolinea: Pd, Ora Spoleto, Alleanza civica e Spoleto popolare chiedono ai colleghi di maggioranza di staccare la spina.

Cretoni chiede scusa ma…

Ed è nel bel mezzo della bufera, anche qui a più di 72 ore dalla crisi, che domenica mattina arriva la nota del Presidente del Consiglio Sandro Cretoni che in ben due fuori onda a microfono aperto, aveva prima sbottato contro il segretario comunale Mario Ruggieri e poi, a conclusione della seduta interrotta dall’uscita della maggioranza, apostrofato con ‘idioti’ gli stessi colleghi consiglieri.



Anche per Cretoni, come per il Sindaco, non c’è nessuna crisi, la maggioranza ha mandato “solo un segnale” e non c’è “alcuna volontà delle forze di maggioranza di far mancare il proprio appoggio. E meno male.

Di rassegnare le dimissioni, come chiesto da minoranza e parte della maggioranza, non ne vuol sentire parlare. E solo nell’ultima riga si dice “disponibile a chiedere scusa a chi si sia sentito ingiustamente offeso”. Raro esempio di scuse condizionate.

Il Presidente del Consiglio Sandro Cretoni

Resta poi da capire chi tra i colleghi della Lega – perché Cretoni non fa nomi – avrebbe ”anteposto i propri interessi personali al bene della città”.

Ma leggiamo l’intervento di Cretoni  “nei momenti concitati della conclusione del consiglio comunale, come Presidente del Consiglio, ho avuto la “sensazione” che qualche consigliere avesse anteposto i propri interessi al bene della città e dell’amministrazione consegnando Spoleto (in vista di chissà quali successi alle future, eventuali, elezioni amministrative) al commissariamento. L’adrenalina ha fatto il resto facendomi rispondere di pancia. È palese che la parola “idioti” è collegata alla frase “vogliono andare a casa” ed era comunque riferita all’ambito politico e non certo a quello personale. Del resto, commissariare un Comune come quello di Spoleto in una fase così delicata e strategica vorrebbe dire condannare la città alla recessione. Sarebbe disastroso. Trovo inaccettabile un’ipotesi del genere. Ecco perché ho perso la mia proverbiale calma. Dopodiché, il giorno successivo, un giro di telefonate e contatti con i consiglieri stessi che compongono la maggioranza ha fatto emergere la realtà, vale a dire che si è trattato di un segnale, per quanto forte, inviato all’amministrazione da alcune forze che la sostengono. Però, appurato il fatto che non c’è la volontà da parte delle forze che sostengono la giunta di far mancare il loro appoggio, è giusto assumersi le proprie responsabilità e tornare a lavorare. Sono pronto, pertanto, a continuare il mio lavoro come ho sempre fatto, vale a dire in maniera super partes, garantendo i tempi democratici di confronto a tutte le forze politiche, nel rispetto della pluralità delle opinioni, della disponibilità degli strumenti del dibattito e, soprattutto, di tutti i consiglieri comunali, che rappresento in qualità di Presidente. Mi rendo altresì da subito disponibile a chiedere scusa a chi si sia sentito ingiustamente offeso dalle mie parole”.

Crisi, ed ora?

Se non dovessero giungere prese di posizione da parte dello stesso De Augustinis, che non sembra intenzionato a lasciare la sindacatura, non resta che attendere la convocazione del prossimo Consiglio comunale per capire come si muoveranno i singoli gruppi e consiglieri.

Se appare difficile, al momento, la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco (per la quale occorrono almeno 10 firme, con l’opposizione che ne ha solo 9), la minoranza, a quanto trapela, sta valutando di presentarla nei confronti di Cretoni.

L’articolo 6 dello Statuto infatti prevede la possibilità di sfiduciare il presidentenel caso di gravissime violazioni…del regolamento”. Che all’art. 45 recita che il presidente “…tutela la dignità del consiglio…nell’esercizio delle sue funzioni il presidente si ispira a criteri di imparzialità intervenendo a difesa del consiglio e dei singoli consiglieri”. Una eventuale richiesta dovrebbe poi trovare il voto favorevole di 2/3 dell’assise (17 su 25).

Un numero difficile da raggiungere, ma non impossibile, a vedere la dichiarazioni rese da Fd’I e da alcuni esponenti leghisti.

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