L’aria torna a farsi pesante alla IMS, ex Pozzi, di Spoleto. Da ieri i 300 dipendenti dell’azienda hanno incrociato le braccia e, stando a quanto è trapelato oggi durante il presidio, hanno tutta l’intenzione di andare avanti con uno sciopero ad oltranza. Ancora una volta, la protesta ruota attorno ai ritardi nei pagamenti degli stipendi. Pare infatti che i lavoratori debbano ancora percepire quelli di luglio e agosto. Le “tute blu” sono stanche per il protrarsi di questa situazione e vogliono lanciare un segnale forte alla dirigenza dell’azienda.
Di questo il centinaio di dipendenti riunitisi oggi davanti ai cancelli ha discusso insieme a Francesco Giannini (Fiom-Cgil) e alle Rsu aziendali, non senza momenti di tensione e qualche parola grossa nei confronti del sindacalista, che nonostante abbia sottolineato di essere intervenuto al presidio sebbene fosse in ferie non è riuscito ad accaparrarsi le simpatie degli scioperanti. Stando a quanto ha affermato Giannini dopo una telefonata, la dirigenza sarebbe disponibile a pagare entro venerdì il 50 per cento dello stipendio arretrato. Non abbastanza secondo i lavoratori, che hanno bocciato senza mezzi termini la proposta del sindacalista: uno sciopero a singhiozzo con 2 o 4 ore di lavoro (a seconda dei reparti) alternate ad altrettante ore di presidio.
“Gli stipendi ce li devono pagare per interno, basta coi contentini”, ha esclamato più di un dipendente. “Ci danno mezza paga per tenerci buoni, ma poi si ricomincia con la solita musica. E’ ora che le cose cambino radicalmente”, gli ha fatto eco qualcun altro. E mentre Giannini abbandonava mestamente lo stabilimento una votazione per alzata di mano ha messo tutti d’accordo: si va avanti con lo sciopero e con il presidio.
Jac. Bru.