Nel primo semestre 2017, le precipitazioni atmosferiche rilevate in Umbria sono vistosamente inferiori alle medie storiche; le diminuzioni sono quantificabili nell’ordine del 40% su scala regionale, con picchi del 55% in alcune aree (Terni, Orvieto, Castiglione del Lago). “La salvaguardia del livello delle acque del Trasimeno – commenta Moriconi della Cgil – è elemento necessario e imprescindibile per lo sviluppo delle attività ad esso strettamente collegate come il turismo e la pesca.
E’ stato necessario che il perdurare della mancanza delle piogge portasse il livello delle acque del lago Trasimeno a oltre 75 centimetri al di sotto dello zero idrometrico per far sì che scattasse la sospensione degli attingimenti per tre giorni alla settimana. Provvedimento insufficiente e tardivo, che dimostra ancora una volta l’ignavia e la disattenzione di Regione e Provincia rispetto al territorio del Trasimeno.
Sarebbe stato necessario provare a chiudere le porte della stalla prima che i buoi fossero usciti, non soltanto assumendo prima il provvedimento di sospensione degli attingimenti, ma anche provvedendo alla sistemazione e ripulitura dei canali e torrenti che adducono acqua al lago per far sì che le piogge (che prima o poi torneranno a cadere) possano far risalire il livello delle acque lacustri ed evitando magari allagamenti nelle pianure circostanti.
Sarebbe inoltre opportuno, oltre al monitoraggio che la Regione sostiene di fare (magari affacciandosi dalla finestra al mattino per vedere se ci sono nubi all’orizzonte?), riaprire il confronto con la regione Toscana per poter convogliare (nella stagione invernale) le acque della diga di Montedoglio direttamente al Trasimeno.
Durante i lavori degli “Stati Generali” dell’Unione dei Comuni del Trasimeno (svoltisi nel luglio scorso) tutti i soggetti istituzionali intervenuti (sindaci, assessori regionali e la stessa presidente Marini) hanno riaffermato la centralità di questo territorio anche come “porta dell’Umbria”, e che “il lago Trasimeno va considerata una risorsa economica oltre che un patrimonio da tutelare”, e ancora che “gli stessi interventi che saranno finanziati con l’ITI (investimento territoriale integrato su cui gravitano 15 mln di euro), devono avere e puntare ad una visione strategica”: ecco noi non possiamo che essere d’accordo, ma bisogna passare dalle parole ai fatti e stare sul pezzo e il controllo del livello delle acque è il primo elemento da tenere in considerazione”.