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Crisi governo, Lega conferma distanze ma prende tempo | Ipotesi Deaugustinis2?

E’ crisi di maggioranza a Spoleto dove la Giunta di Umberto De Augustinis registra la prima, seria crisi di governo dall’insediamento di giugno 2018. Non che questi primi 14 mesi siano stati tutti rose e fiori, ma almeno finora malumori e mal di pancia erano rimasti (abbastanza) circoscritti alle stanze di partiti e movimenti del centro destra.

A portare allo scoperto la spaccatura tutta spoletina è stata la Lega, il primo partito della coalizione, che non ha affatto digerito il comportamento tenuto da Spoleto sulla partita della VUS, problematica che ha innescato la rottura dei rapporti anche tra la città del festival e Foligno e che rischia inevitabilmente di avere ripercussioni su tutto l’asse del centrodestra regionale.

Come si ricorderà il sindaco di Foligno Zuccarini, sostenuto dai comuni dell’area di centrodestra, aveva chiesto e ottenuto l’azzeramento del vertice della multiservizi e la nomina del nuovo board in aperta contrapposizione con il collega De Augustinis che aveva chiesto di attendere un parere legale sulla legittimità dell’applicazione dello spoil systems. Neanche la mediazione della senatrice Tesei, favorevole ad attendere qualche settimana, ha disinnescato la bomba che è puntualmente esplosa all’indomani della nomina.


Nomine Vus aprono crisi maggioranza a Spoleto


Con l’onorevole Caparvi, segretario regionale della Lega, che si è apertamente schierato con Foligno; mentre De Augustinis ha preso carta e calamaio scrivendo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Funzione pubblica per avere l’auspicato parere legale.

Ma il pressing sul Sindaco di Spoleto per la vicenda Vus risale a qualche settimana fa, quando i leghisti avrebbero consegnato al primo cittadino una lettera con cui lo avrebbero invitato a seguire la linea indicata dal partito. Il condizionale è d’obbligo perché di questo documento sono in molti a parlare ma nessuno a darne conferma ufficiale. Che la missiva non abbia comunque avuto alcun risultato lo si è visto da come sono andate le cose. D’altra parte appare difficile immaginare di poter fare del ‘pressing’ a un sindaco come De Augustinis che è  sempre un magistrato di Cassazione in servizio.

A confermare che le acque sono a dir poco agitate è il Commissario della Lega di Spoleto Riccardo Fedeli che,al telefono con Tuttoggi, conferma che la “verifica di maggioranza va fatta”. Il responsabile del partito di Salvini però non fissa l’agenda, anzi prende tempo dicendo che per il momento “siamo tutti concentrati sulle prossime elezioni regionali”. Come a dire che i conti in casa si faranno a novembre, subito dopo l’esito del voto. Fedeli smentisce che vi siano dei distinguo interni: “Il gruppo consiliare è compatto, bisogna essere tutti compatti. La Lega è una sola” continua al telefono “segue e seguirà le linee che non sono date solo da me, ma ancor prima da Matteo Salvini e dal nostro segretario regionale”.

A ricompattare la Lega potrebbe essere stata la “mano tesa” che, dopo la vicenda Vus, il Partito democratico di Spoleto ha offerto a De Augustinis “per far tornare al centro dell’azione politica solo gli interessi della città” e che il primo cittadino avrebbe apprezzato.


Cambio di maggioranza a Spoleto? Pd apre a De Augustinis


Non è chiaro se la nota stampa è stata lanciata per amplificare le carenze del centrodestra locale o se veramente i dem sono interessati ad avviare una interlocuzione con De Augustinis per un cambio di rotta in seno al consiglio comunale.

I voti, che poi sono quelli che contano, non ci sarebbero in ogni caso: l’attuale maggioranza conta 15 consiglieri (9 della opposizione, ma solo 5 in quota ai dem) e precisamente 7 della Lega, 2 di FI, 1 Fd’I, 1 Rinnovamento, 4 Laboratorio Spoleto. Ammesso anche che De Augustinis possa essere propenso ad una così radicale inversione politica dovrebbe poter contare sulla fiducia di almeno 8 consiglieri.

La ridda di voci innescate dal documento del piddì non aiuta certo a comprendere lo stato dell’arte e potrebbe ripercuotersi anche contro lo stesso centrosinistra, la cui base chiede di capire le vere intenzioni del partito e dello stesso segretario Matteo Cardini, rimasto finora in religioso silenzio; silenzio che si sta protraendo ormai da diversi mesi.

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