CRISI FINANZIARIA: BANCHE E IMPRESE A CONFRONTO. PIU' DI 100 IMPRENDITORI AL CONVEGNO ORGANIZZATO DALLA CNA - Tuttoggi.info

CRISI FINANZIARIA: BANCHE E IMPRESE A CONFRONTO. PIU' DI 100 IMPRENDITORI AL CONVEGNO ORGANIZZATO DALLA CNA

Redazione

CRISI FINANZIARIA: BANCHE E IMPRESE A CONFRONTO. PIU' DI 100 IMPRENDITORI AL CONVEGNO ORGANIZZATO DALLA CNA

Mer, 19/11/2008 - 22:20

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Attenuare il peso della crisi, continuando a mantenere gli impegni sul territorio ed evitando che la stessa si traduca in una severa contrazione dei flussi di credito all'economia. E' la promessa del mondo bancario agli oltre 100 imprenditori presenti all'incontro organizzato dalla Cna di Foligno su “Crisi finanziaria globale e possibili conseguenze sull'economia reale” che si è svolto ieri sera all'Holiday Inn di Foligno e che ha visto la partecipazione di esponenti di spicco del mondo accademico ed economico. Ed è stato proprio il Prof. Sergio Sacchi dell'Università degli Studi di Perugia a ricordare ai presenti come il venir meno di risorse finanziarie possa vanificare completamente gli sforzi delle piccole imprese per migliorare il loro sviluppo sui mercati esteri. Sacchi ha inserito il tema dell'incontro nella cornice dei recenti eventi che hanno scosso il mondo della finanza internazionale e diffuso numerosi e profondi motivi di preoccupazione tra le famiglie e le imprese, specialmente tra le più piccole. In particolare il messaggio di fondo che è stato trasmesso ai presenti è stata “una sollecitazione a non fermare un impegno di aggiornamento e controllo sulle dinamiche dei sistemi economici in quanto al di là degli avvenimenti dirompenti di queste settimane resta la grande trasformazione delle regole del gioco rappresentata dalla globalizzazione. Questa – ha dichiarato Sacchi – porta con sé, vantaggiose opportunità ma anche rischi più pesanti e meno controllabili di un tempo”. Forte preoccupazione è stata espressa anche dal Presidente della Cna di Foligno Renato Cesca. “Stiamo vivendo una difficile crisi finanziaria che rischia di avere gravi conseguenze per le piccole e medie imprese, del tutto incolpevoli rispetto a quanto sta avvenendo, e che puo' essere quantificata in una diminuzione del 15/20% dell'accoglimento delle nuove domande di finanziamento. Se è forse eccessivo parlare di recessione – ha dichiarato Cesca – è pur vero che il forte rallentamento è sotto gli occhi di tutti. I timori degli imprenditori sono palpabili. Già nei primi sei mesi dell'anno, Unioncamere evidenzia come le esportazioni, pur rimanendo in attivo, abbiano registrato una brusca frenata. Oltretutto dobbiamo constatare una stretta connessione fra calo dei consumi e contrazione della domanda interna. Gli effetti della crisi si manifestano anche nei ritardi dei pagamenti dei clienti, che vanno ad appesantire la già non facile situazione delle nostre imprese, e nella ridotta disponibilità di liquidità». Tuttavia – ha puntualizzato Cesca- siamo comunque in grado di poter prevedere per alcuni settori della meccanica avanzata, come l'aeronautico e l'energetico, una sostanziale tenuta. Non solo. Saranno questi stessi settori – ha concluso il Presidente- a fare da traino all'economia locale anche in un momento così difficile per la produttività in genere”. Immediate le rassicurazioni provenienti dal mondo bancario. Sia Carlo Crosara Direttore Generale della Cassa Di Risparmio di Foligno che Maurizio Del Savio Direttore Generale della Cassa Rurale di Spello e Bettona (nella foto, da internet) hanno sottolineato con forza la necessità di mantenere e laddove possibile aumentare la liquidità bancaria e dunque l'afflusso di credito alle imprese per ridare fiato all'economia reale. Corsera e Del Savio hanno inoltre assicurato che le banche, ciascuna per la propria parte, continueranno ad avere uno stretto rapporto con il territorio, e perciò con le imprese, attraverso il mantenimento degli impegni assunti. Un monito alle imprese è arrivato dal Presidente della Cna Provinciale di Perugia, Giovanni Bartolini. “Le imprese- ha detto nel suo intervento – devono poter migliorare il proprio modo di presentarsi alle banche, attraverso bilanci e business plan che possano davvero rappresentare quegli strumenti utili su cui gli istituti di credito andranno poi a fare le valutazioni di merito. La crisi finanziaria in quanto tale preoccupa, ma quella che dobbiamo affrontare subito è la crisi reale, rispetto alla quale dobbiamo saper intervenire con rapidità ed efficacia. In questo senso il ruolo del sistema territoriale, fatto di associazioni, banche e confidi, può risultare decisivo per dare risposte sistemiche e di lungo periodo. Gli imprenditori – ha sottolineato inoltre Bartolini – devono anche essere in grado di scegliere a quale banca affidarsi per ottenere le migliori condizioni ed è in questo contesto che si inserisce il ruolo determinante dei consorzi di garanzia”. Un ruolo, quello dei Confidi, da supportare e potenziare. Così è per Maria Bruna Fabbri, direttore di Fidimpresa Umbria che ha testimoniato l'importanza di consolidare il ruolo di “fluidificatore” che il confidi ha nel rapporto banche e imprese. “Un ruolo che dovrà essere calato nel mutato quadro normativo di riferimento e nel nuovo scenario creditizio/finanziario. E' qui- ha confermato Fabbri – che i Confidi rappresenteranno strumenti sempre più importanti e vitali, da sostenere e coinvolgere: la garanzia, già con Basilea 2, ma ancor più per la crisi dei mercati finanziari sarà fondamentale per l'accesso al credito delle Pmi”. Fabbri ha infine richiamato la necessità a non chiudere i rubinetti del credito con gli artigiani il cui tasso di insolvenza è stato fra l'altro, negli ultimi mesi, tra i più bassi registrati”. Roberto Giannangeli, responsabile territoriale della Cna, ha infine posto l'accento su quelle che sono e saranno le direttive messe in atto dalla Cna sia a livello nazionale che regionale. Fra le altre, oltre a facilitare l'accesso al credito alle Pmi: diminuzione della pressione fiscale anche attraverso la riduzione dell'anticipo delle imposte da pagare a novembre; introduzione del pagamento Iva per cassa, potenziamento degli ammortizzatori sociali; rilancio degli investimenti pubblici e riduzione della pressione fiscale sui redditi più bassi. Infine, ma non ultimo, “prevedere misure fiscali tese a stimolare la produttività delle imprese”.


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