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Crisi ex Pozzi, adunanza creditori il 4 luglio – “Cassa straordinaria” per lavoratori Isotta

L’adunanza dei creditori delle industrie Ims e Isotta Fraschini di Spoleto, slittata il 2 maggio scorso, si terrà il prossimo 4 luglio. La nuova data è stata ufficializzata in questi giorni con una comunicazione sul sito internet del tribunale. Bisognerà quindi attendere ancora del tempo prima di sapere se aziende, enti e imprenditori locali che vantano crediti nei confronti delle due aziende decideranno di omologare la procedura di concordato avanzata dalla proprietà e dai commissari giudiziali.

Isotta – Una omologazione che, a quanto sembra, potrebbe essere determinante per sbloccare l’investimento dei francesi della Saint Jean Industries sul comparto dell’alluminio. Se, infatti, fino a qualche settimana fa l’accordo sembrava ormai raggiunto – nella documentazione del concordato si parla del primo luglio come data d’ingresso nel comparto produttivo – ora i transalpini vorrebbero attendere ulteriori garanzie. Ma più passa il tempo e più la situazione dei lavoratori “Isotta” diventa complicata. Anche per loro, infatti, la cassa integrazione ordinaria è agli sgoccioli, e dai primi di giugno dovrebbe scattare quella straordinaria. Per non parlare degli stipendi: la mensilità di marzo è stata riscossa solo la settimana scorsa.

Ims – Da questo punto di vista stanno ancora peggio le tute blu della ghisa, che invece devono ancora ricevere la busta paga di febbraio (i soldi dovrebbero arrivare entro l’inizio della prossima settimana). Qualche spiraglio positivo, alla Ims, si sarebbe aperto sul fronte degli investimenti israeliani, anche questi sbandierati nella procedura di concordato ma mai concretizzatisi. Per lo meno fino a qualche giorno fa, quando – stando a quanto risulta – un manager di spicco di Mogdal Metal e Cukierman bank sarebbe venuto a Spoleto in avanscoperta. Le modalità d’ingresso dei capitali di Tel Aviv su Ims non sarebbero troppo dissimili da quelle dei francesi su Isotta Fraschini: affitto per due anni e poi acquisto del 75% delle quote. Ma, a differenza dei francesi, l’investimento degli Israeliani potrebbe avvenire anche prima dell’omologazione del concordato. Sempre, ovviamente, che tutto quello di cui ora si parla e basta verrà messo nero su bianco.