Settecento euro in meno l’anno. Questo il prezzo che i lavoratori dipendenti umbri, in termini reali (cioè al netto dell’inflazione) hanno pagato alla crisi dopo il 2010. E’ quanto emerge dal confronto tra le dichiarazioni Irpef (l’Imposta sul reddito delle persone fisiche) presentate in Umbria nel 2011 (anno di imposta 2010) e nel 2016 (anno di imposta 2015, ultimo dato fornito dal ministero delle Finanze) elaborato da Mediacom043 diretto da Giuseppe Castellini.
Nel 2011 il reddito Irpef medio di un dipendente umbro era di 20.049 euro, dato sceso nel 2016 a 19.350 euro, appunto 699 euro in meno, con una flessione del 3,5%. Un arretramento superiore a quello mediamente registrato in Italia -2,6%), che colloca l’Umbria al penultimo posto posto del Centro-Nord (peggio ha fatto il Lazio, -6,8%), superata però dalla Basilicata. Oltretutto, in Umbria il reddito medio lordo dei lavoratori dipendenti risulta più basso rispetto al valore nazionale: 19.350 euro secondo le dichiarazioni Irpef 2016, che in Italia, per lo stesso periodo, hanno portato ad un valore medio di 20.660 euro.
Le uniche aree dove dal 2011 al 2016 si è registrato un incremento del dato della dichiarazione Irpef media sono la Provincia autonoma di Bolzano (+1,1%), il Veneto (+0,8%), l’Emilia Romagna (+0,4%) e il Friuli Venezia Giulia (+0,2%). La flessione più pesante si registra in Sicilia e in Campania, regioni che hanno fatto entrambe registrare un -8,4%.
Quanto all’ammontare rei redditi lordi medi da lavoro dichiarati nel 2016, in testa ci sono i dipendenti della Lombardia (24.740 euro), con la Calabria fanalino di coda (14.670 euro).
Se si guarda invece il dato aggregato, risulta che nello stesso periodo in Umbria sono scomparsi 346 milioni l’anno di redditi da lavoro dipendente. A livello nazionale si sono persi 12,61 milioni di euro, con solo 3 regioni e province autonome in territorio positivo. In testa, anche in questa classifica, con un +5,7% reale (ossia considerando l’inflazione che nel quinquennio è stata del 7,1%) c’è la Provincia di Bolzano, seguita dall’Emilia Romagna (+1%); fanalino di coda la Calabria (-11,7%).
Nel Centro, ultimo posto per l’Umbria (-5,6%, cioè 2,8 punti in meno rispetto alla media nazionale), che è anche ultima tra le regioni del Centro-Nord, superata da Basilicata e Abruzzo. Nelle dichiarazioni presentate nel 2011, il lavoro dipendente umbro dichiarava al fisco redditi lordi per 6,23 miliardi di euro, mentre tale cifra in termini reali si riduce a 5,88 miliardi nelle dichiarazioni presentate nel 2016: il calo è appunto di oltre 346 milioni di euro l’anno.
Dati che Giuseppe Castellini commenta così: “La differenza tra andamento del complesso del reddito Irpef dichiarato dai dipendenti e quello del reddito medio dei dipendenti stessi, cosa che vale un po’ a livello nazionale (rispettivamente -2,8% e 2,6%) e molto in varie regioni tra cui l’Umbria (5,6% il reddito complessivamente dichiarato dai dipendenti, -3,5% il reddito medio da lavoro dipendente), evidenzia come si sia aggravata la situazione della fragilità del lavoro dipendente, caratterizzato da sempre maggiore precarietà e frantumazione”.