Lu. Bi.
Dopo le dimissioni di Leopoldo Di Girolamo dalla carica di sindaco di Terni (è bene ricordare che queste diventeranno effettive soltanto dopo 20 giorni) la situazione politica è precipitata è in una fase di stasi. Tra le fila della maggioranza, il sindaco in questi giorni ha aperto ai 'dissidenti' dell'ex “Margherita” cercando di ricucire lo strappo che si era creato in sede di approvazione di bilancio di previsione 2011, ma che già era nell'aria da qualche tempo. Mentre in Via Mazzini si cerca di sciogliere il gelo politico, l'opposizione incalza il Pd, accusando la “Giunta Di Girolamo” di essere arrivata al capolinea e di non aver più nulla da offrire alla città. Particolarmente duro l'attacco di questa mattina dei vicepresidenti delle Commissioni Consiliari, Stefano Fatale, Fabio Biscetti e Cinzia Fabrizi: “I presidenti della prima, seconda e terza commissione consiliare hanno deciso di bloccare i lavori delle commissioni sostenendo che non ci sono atti amministrativi da esaminare e che comunque non c’è una maggioranza in grado di approvare alcunché. Il consiglio comunale dunque – continuano i tre esponenti dell’opposizione – per decisione della maggioranza di centro-sinistra, è paralizzato nonostante sia formalmente nel pieno esercizio delle sue funzioni”. “Come vicepresidenti, eletti dai gruppi di minoranza, non abbiamo il potere di opporci a queste decisioni, ma la città deve sapere che il blocco delle attività del consiglio non avviene con l’avallo dell’opposizione ed è interamente ascrivibile alla maggioranza. Del resto che ci sia questa paralisi, dannosa per la città, è del tutto logico visto che il Pd, partito di maggioranza relativa, deve ritrovare una sua linea politica e tentare di riattaccare i vari pezzi. Sorprende il fatto che il sindaco in questa situazione, faccia delle dichiarazioni rassicuranti alla città dicendo che “l’amministrazione comunale (…..) resta nella pienezza dei suoi poteri e continuerà a svolgere tutte le funzioni”.
“Ma forse ha ragione lui. L’amministrazione continuerà a fare quello che ha sempre fatto dal giugno del 2009: mantenere inalterati i rapporti di potere e i privilegi esistenti in città guardandosi bene dal risolvere i tanti problemi ereditati dalla Giunta precedente o emersi in questi due anni. La crisi in fondo – concludono Fatale, Fabrizi e Biscetti – ha solo reso esplicito ciò che è sempre accaduto con la Giunta Di Girolamo”.
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