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CRISI COMUNE, MAGGIORANZA VOTA NUOVA FIDUCIA A DI GIROLAMO, BLOCCATI I 2 ATTI DI INDIRIZZO DELL'OPPOSIZIONE

Lu. Bi.

Una maratona iniziata nel pomeriggio di oggi e che si è conclusa a sera inoltrata quella che si è svolta oggi nella sala consiliare di Palazzo Spada per il rinnovo della fiducia al sindaco ormai ex dimissionario, Leopoldo Di Girolamo. Proprio il primo cittadino ha aperto i lavori dell’assemblea presentando il nuovo documento programmatico, intitolato “Oltre la crisi: un patto per lo sviluppo e la solidarietà” in cui ha toccato tutte le principali questioni inerenti alla città, dalla pianificazione strategica alle infrastrutture, dalla piattaforma logistica Terni-Narni alle politiche culturali, per passare attraverso lo sviluppo del polo universitario e la vertenza di quello chimico. Sanità, mobilità, sport, pari opportunità, decentramento e innovazione, tutti i nodi cruciali della politica ternana sono stati affrontati in un’analisi approfondita che ha accolto il favore della maggioranza con un atto approvato all’unanimità: “Ascoltate le comunicazioni del sindaco – si legge nell’atto – e preso atto che nel corso della consiliatura sono venute emergendo nuove esigenze e nuove problematiche che coinvolgono il tessuto sociale ed economico della città che necessitano di efficaci e pronte soluzioni; ritenuto il documento del sindaco pienamente rispondente alle esigenze della città e nel solco delle linee programmatiche dallo stesso presentate ad inizio di consiliatura, i consiglieri di maggioranza nell’esprimere pieno sostegno al sindaco ed alla sua azione riformatrice, fanno proprio il documento presentato e ne condividono appieno i contenuti e la forte spinta pragmatica ed innovativa; s’impegnano a sostenerlo nell’interesse della comunità cittadina ed a fare quanto necessario per la sua attuazione fino alla scadenza naturale della consiliatura”
L’OPPOSIZIONE – “Il sindaco oggi ci ha raccontato un altro scenario rispetto a quello reale della crisi politica che ha agitato la sua maggioranza”, ha detto Enrico Melasecche (Udc) intervenendo nel dibattito sull’atto d’indirizzo presentato dalla maggioranza. “Alla fine registriamo che c’è stato un immobilismo totale sulle richieste che erano venute dalla stessa maggioranza, anche sul miglioramento dell’assetto della giunta”. Per Francesco Maria Ferranti (Pdl) “il sindaco ha cercato di dare un senso ad una sceneggiata con la quale la maggioranza ha umiliato la città”. “La crisi è stato un tentativo di spartizione all’interno della maggioranza e la sceneggiata di oggi è solo un tentativo di prendere tempo”. Per Dario Guardalben (Pdl) “l’aggiornamento delle linee programmatiche del sindaco è solo una foglia di fico che non riesce a nascondere la vergogna di questa crisi”. Secondo Leo Venturi “la crisi ha certificato un’oggettiva difficoltà nell’azione amministrativa del sindaco e una debolezza della maggioranza”. “Il sindaco ha avuto coraggio ad aprirla, ma non altrettanta onestà nel chiuderla così, con una ricomposizione forzosa della maggioranza” . Per Antonio Baldassarre (LB) “la crisi è stata seria, vera e in qualche maniera storica, rispetto al passato delle giunte di centro-sinistra”. “C’è stato un effettivo scontro politico all’interno della maggioranza. La via d’uscita indicata dal sindaco non fornisce una soluzione , ma appare soltanto come un rinvio. Il documento presentato dal sindaco non presenta grandi elementi di novità: non c’è un esame delle risorse disponibili e degli obiettivi raggiungibili: ci sono solo belle intenzioni, una specie di libro dei sogni”. “In questa situazione d’emergenza – ha concluso Baldassarre – saremo sempre sui problemi della città ma nessuno potrà contare su di noi come ruota di scorta”. “Il sindaco – ha detto Federico Salvati (Pdl) è riuscito a trasformare la medicina in politica: da bravo medico ha letto un documento che anestetizza la crisi. La città ha capito che oltre la politica c’è un sistema che si sta grippando”.
“Il segretario del Pd Giovannetti – ha detto ancora Salvati- ha parlato di liti sulla spartizione della torta. Noi non permetteremo che si perpetui questo sistema che la città venga divisa tra bande”. “Questa – ha concluso il consigliere del Pdl – è la circostanza in cui il sindaco deve dimostrare di essere in grado di cambiare passo”.
LA MAGGIORANZA – Nel dibattito sulle dichiarazioni del sindaco e sugli atti d’indirizzo conseguenti, Giampiero Amici (Pd) ha detto che “la crisi c’è stata ed è stata una crisi politico-programmatica. Ma si è risolta esattamente dentro questo schema, con un documento finale politico programmatico”. Anche per Riccardo Giubilei (Pd) “nessuno ha voglia di far finta che nulla sia accaduto: ma quello di oggi non può che rappresentare un nuovo inizio”. “E’ stato un bene fermarsi un momento, riflettere e ricalibrare, facendo delle scelte”. Giubilei ha messo in evidenza che in questa fase le proposte sono venute solo dall’interno della maggioranza e ha dato atto al sindaco di aver avuto un approccio responsabile e di aver portato la crisi alla luce del sole, con coraggio. “Ora – ha detto –l’importante è che continui a dare il ritmo giusto, perché questa è una condizione di grande rilancio”.
Giocondo Talamonti (Fds) ha elogiato la correttezza, l’onestà, la serietà e l’equilibrio del sindaco. Le dimissioni – ha detto sono state un atto di chiarezza e di responsabilità. “Il documento di oggi non contiene cedimenti, ma processi e metodi di qualità ed è coerente con le linee programmatiche d’inizio mandato”.
“La crisi – ha detto Valdimiro Orsini (Pd) è stata una decisione seria del sindaco, incalzato da alcuni consiglieri che più di altri avevano compreso che il rapporto con la città si stava affievolendo: non ci sono stati ricatti o giochetti, ma un confronto con la città che ci ha mandato messaggi inequivocabili”. “Siamo così riusciti a riallacciare un rapporto con i cittadini che ci hanno chiesto una svolta programmatica forte che il sindaco ha saputo recepire”.
“La crisi politica che abbiamo vissuto, noi non l’abbiamo voluta, non l’abbiamo creata e non la condividiamo”, ha detto Davide Tallarico (PTCA). “Terni sta vivendo una fase difficilissima per la quale, come dice il sindaco nel suo documento serve un nuovo patto per lo sviluppo e la solidarietà”. “Anche noi oggi ripartiamo da dove abbiamo iniziato, dalla parte della città”.
Giuseppe Boccolini (Soc.) ha detto che la crisi c'è stata ed è stata vera e seria. “E' stata anzi un atto estremo, che si può fare una sola volta”. “Ora abbiamo davanti altri tre anni di amministrazione in una città che sta vivendo un'emergenza storica e che dobbiamo ascoltare senza sosta in maniera permanente”. Boccolini ha sottolineato alcuni settori sui quali continuare a prestare la massima attenzione: la macchina amministratva, la gestione dei rifiuti, il rapporto con la regione. Ha anche invitato l'opposizione a comportarsi responsabilmente di fronte alla situazione della città e ad una crisi “che non ha colore politico”.
Anche per Anna Bartolini (Pd) ”il chiarimento era indispensabile per fare il punto della situazione, aprire un nuovo percorso e affrontare le nuove criticità con le quali la nostra città è chiamata a confrontarsi”.
BLOCCATI I 2 ATTI DI INDIRIZZO DELL’OPPOSIZIONE – Anche il Pdl e l’Udc insieme a Terni Oltre e alla Lista Baldassarre hanno presentato atti d’indirizzo sulle dichiarazioni del sindaco. Nell’atto sottoscritto da Udc, Lista Baldassarre e Terni Oltre si prende atto – vi si legge – delle ragioni vere che hanno portato alle dimissioni del sindaco, “incentrate su critiche durissime da una parte della sua maggioranza sull’insufficienza dell’azione amministrativa di questa giunta, in questi due anni, ragioni peraltro sollevate da tempo dai sottoscritti unitamente a proposte di soluzione ed atti di indirizzo cui mai la giunta è stata in grado di dare seguito; della constatazione che tale documento non indica scelte strategiche chiare e non individua le priorità da affrontare ma è, come di consueto, solo un elenco di enunciazioni di principio, le stesse di sempre, alcune condivisibili ma assolutamente inadeguate a rilanciare l’azione amministrativa e quel cambio di marcia ormai urgentissimo; della visione ormai vecchia legata all’aumento sistematico della spesa pubblica, al clientelismo, alla marginalizzazione del merito che ormai, con il federalismo in atto, che obbligherà tutti gli Enti Locali ad un cambio di cultura e di marcia, impone scelte coraggiose e moderne, con definizione delle priorità; del fatto che il documento del sindaco non accenna al ruolo di Terni nel contesto regionale, caratterizzato purtroppo ancora da un centralismo perugino che emargina sempre più Terni, e non vede questa giunta alzare la testa e difendere con coraggio il nostro futuro e quello dei nostri giovani; della proposta abbastanza “originale” di una holding delle partecipate che, invece di aggredire i problemi delle singole aziende, le somma in un contenitore frutto delle tante, troppe debolezze mai affrontate con determinazione; dell’assenza grave di una minima volontà di una “riorganizzazione vera della macchina comunale”, quando l’attuale, costosa in quanto pletorica, verticistica, basata sulla fedeltà, non di certo sull’efficienza e sugli incentivi, è stata anche oggi criticata pesantemente da autorevoli capigruppo di questa maggioranza; della gravissima situazione del turismo, denunciata poche settimane fa del Presidente Provinciale degli Albergatori; della situazione della cultura …”. “Di fronte alle serie richieste di rinnovamento, in senso fortemente qualitativo, nell’erogazione dei servizi sociali, la risposta del sindaco appare fumosa e deludente; esprimiamo per questo – si legge ancora nell'atto – un dissenso di fondo ed il conseguente voto contrario al documento ed alle dichiarazioni del sindaco, nella convinzione che, fin dalle prossime settimane, la mancata soluzione dei problemi sollevati, determinerà una grande difficoltà di questa giunta nella conduzione della politica e dell’amministrazione cittadina”.
Nell’atto del Pdl si parte invece dalla considerazione che il nuovo documento del sindaco “non apporta sostanziali modifiche o correttivi forti in termini di rilancio e di prospettive nuove per lo sviluppo della città, limitandosi anzi a enunciazioni di principio senza indicare tempi e modi per la loro realizzazione e che dunque di conseguenza i motivi che hanno portato alla crisi così come le ragioni che ne hanno consentito oggi l’aparente chiusura appaiono più un armistizio che un rinnovato accordo nella maggioranza”. Per questo il Pdl valuta che i veri motivi della crisi siano stati maldestramente celati e appaiono invece loegati a logiche spartitorie. Per questi motivi nell’atto si ritiene “scandaloso che davanti alle difficoltà della città la maggioranza si sia permessa questo balletto, sospendendo l’attività amministrativa senza dare risposte alla città” e si esprime voto contrario alle linee programmatiche.