Una rete di faccendieri che millantava di avere conoscenze in Tribunali, tra le forze dell’ordine e i magistrati, facendo credere ai malcapitati di poter “ammorbidire” i processi e i controlli fiscali: una truffa in grande stile smascherata dalla Guardia di Finanza di Roma. Le indagini, che hanno preso piede per il coinvolgimento di G. P. C., 60enne romano pregiudicato per v ari reati, tra cui bancarotta fraudolenta, produzione e traffico di droga, sono state coordinate dalle Procure della Repubblica di Roma e di Perugia, quest’ultima subentrata in ragione del possibile coinvolgimento di magistrati in servizio proprio nella Capitale.
Le denunce – Quattro in tutto le persone denunciate: le indagini hanno rilevato che lo stesso 60enne, nei primi mesi del 2012, aveva prospettato, agli amministratori di una società messa sotto controllo dalla Guardia di Finanza, di poter influenzare le operazioni ispettive, dietro il pagamento di una consistente somma di denaro, grazie a conoscenze all’interno Corpo rivelatesi poi inesistenti.
La truffa – C’era poi un’altra persona, G. I., che si spacciava come “magistrato”, con conoscenze all’interno del Tribunale di Roma. Ai due si era rivolto un noto professionista, speranzoso di ottenere un pronunciamento favorevole in un caso relativo a dissidi familiari. Sia nel primo, sia nel secondo caso, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma hanno appurato che i due erano in realtà”millantatori”, che non avevano alcuna conoscenza dei pubblici ufficiali che asserivano di conoscere, risultati completamente ignari delle vicende.
Durante gli accertamenti, sono saltati fuori ulteriori “affari” della cricca – non andati a buon fine – legati alla compravendita di oro, lire italiane, dollari statunitensi e titoli di credito emessi da banche estere, di probabile provenienza illecita, operazioni che hanno visto coinvolti, oltre a C., il gestore di una sala giochi di Monteverde ed un piccolo imprenditore, nel ruolo di intermediari.
A conclusione delle indagini i due sono stati denunciati, insieme ad altre due persone, tutti responsabili, a vario titolo, di millantato credito, tentata estorsione e tentato riciclaggio.
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