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CRESCE L’OCCUPAZIONE IN UMBRIA: NEL 2007 PARI AL 3,4%, LA PIU’ ELEVATA NEL 2° MILLENNIO

“Il mercato del lavoro in Umbria nel 2007” è il nuovo rapporto realizzato dall'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro. I contenuti del dossier sono stati illustrati dal responsabile dell'Osservatorio Paolo Sereni, alla presenza dell'assessore regionale alle politiche attive del lavoro, Maria Prodi, del direttore regionale allo sviluppo economico e attività produttive, Ciro Becchetti, del presidente dell'Agenzia Umbria Ricerche, Claudio Carnieri e del direttore dell'area della programmazione della Regione Umbria, Lucio Caporizzi. Ma analizziamo nel dettaglio quanto emerso dal rapporto.

IL TASSO D'OCCUPAZIONE – Secondo i dati dell'Osservatorio regionale, l'occupazione è a quota 367mila unità, 12mila in più rispetto al 2006. Lo scorso anno la crescita dell'occupazione è stata pari al 3,4%, la più elevata degli anni 2000 e notevolmente superiore a quella media del Paese (+1%) e del Centro (+2,5%). A crescere è stata unicamente la componente alle dipendenze, salita a 274mila unità (+16mila, +6,1%to), pari al 74,6% dell'occupazione complessiva, mentre è di nuovo calata (da 97mila a 93mila unità) l'occupazione autonoma. Dai dati emerge che il tasso di occupazione è aumentato di ben 1,7 punti portandosi al 64,6 per cento, adesso è di soli 2 decimi più contenuto di quelli di Toscana e Marche, a meno di un punto dalla media comunitaria (65,4 per cento) e a circa 2 punti da quella del Nord del Paese (66,7 per cento). C'è dunque stata una riduzione della disoccupazione, scesa a 18mila unità segnando il nuovo minimo storico al 4,6 per cento, un valore intermedio tra quello del Centro (5,3 per cento) e quello del Nord del Paese (3,5 per cento) e prossimo a quello di Marche e Toscana.

I SETTORI – In forte rilancio soprattutto il terziario: nel 2007 si devono a questo settore 11mila posti aggiuntivi ed ora vi lavora il 65 per cento degli occupati umbri (239mila). Ad aver incrementato il personale sono i comparti dell'istruzione e della sanità (+4mila), dei servizi alle imprese (+3mila) e del commercio (+3mila).La crescita dell'occupazione terziaria ha interessato più le donne (+7mila) che gli uomini (+4mila), infatti la presenza femminile è salita al 52,7 per cento e questo settore ora offre lavoro ad oltre l'80 per cento delle occupate umbre. Di contro, della crescita dell'industria hanno beneficiato principalmente gli uomini (+3mila a fronte di +mille delle donne) e la contrazione dell'occupazione agricola ha riguardato in ugual misura entrambi i sessi.

LE CARATTERISTICHE – Per quanto riguarda l'età dei lavoratori lo studio evidenzia che i 3/4 della crescita occupazionale complessiva hanno riguardato persone con più di 44 anni: il tasso di occupazione dei 55-64enni è aumentato di circa 5 punti (35,8 per cento) e, grazie al contributo dell'occupazione femminile, è ora tra i più elevati del paese. Da qualche anno inoltre, il tasso di disoccupazione dei laureati (3,8 per cento), sia maschile che femminile, non è più il più elevato tra i tassi specifici della regione e dal 2006 non supera più la media del Paese. Si è ridotto anche il tasso di disoccupazione dei diplomati (4,6 per cento) – che continuano ad essere però il target più rappresentato nella disoccupazione umbra (43,6 per cento) in particolare in quella femminile – e anch'esso è ora inferiore alla media nazionale. Ora sono i meno scolarizzati ad incontrare le maggiori difficoltà d'inserimento lavorativo: il tasso di disoccupazione delle persone in possesso della sola licenza media, infatti, è il più elevato nel territorio regionale (5,6 per cento).

GLI STRANIERI – Il 20% dei flussi in ingresso nell'occupazione riguarda lavoratori stranieri, nel primo semestre del 2007 questa quota è addirittura salita al 25 per cento, con punte del 90 per cento nelle attività svolte presso famiglie e convivenze, del 43,8 per cento nelle costruzioni e del 35,7 per cento in agricoltura. L'elevato tasso di disoccupazione tra gli stranieri (10,9 per cento a fronte del 3,9 per cento degli italiani) si deve quasi esclusivamente alle donne che rappresentano il 26,1 per cento della disoccupazione femminile in generale.

I CONTRATTI – Tra le diverse problematiche del mercato del lavoro umbro c'è anche l'eccessiva presenza del lavoro a termine la cui diffusione continua ad essere superiore alla media del Centro-Nord e del Paese.”L'importante crescita del 2007 ha riguardato per i 3/4 l'occupazione alle dipendenze stabile che ha raggiunto il massimo storico di 231 mila unità (+12.000) – ha detto Sereni – tuttavia, la crescita registrata dall'occupazione temporanea (da 39mila a 43mila unità) in termini percentuali è stata superiore (9,6mila a fronte del 5,5mila) la sua incidenza sull'occupazione alle dipendenze è pertanto aumentata di mezzo punto portandosi al 15,7%, mantenendosi la più elevata del Centro-Nord”.

LE PROVINCE – Notevole distanza esiste ancora tra le due province. Attualmente in quella di Terni lavora il 60,3% della popolazione residente in età attiva, a Perugia il 66,1%. Al contrario che a Perugia, la disoccupazione a Terni è aumentata (+1mila), mentre è calata a Perugia (-2mila). La Regione ha previsto il primo importante nucleo di azioni a favore dell'immissione di giovani laureati (in particolare donne) presso le imprese, anche passando attraverso progetti di ricerca che riverseranno sul mondo della produzione maggiori strumenti per l'innovazione.

I COMMENTI – Per il direttore regionale Ciro Becchetti, “l'andamento di questi anni conferma che le politiche messe in campo a sostegno dell'occupazione scolarizzata e femminile cominciano a dare dei risultati importanti. In futuro – ha aggiunto – le politiche regionali dovranno favorire la 'buona occupazione', ovvero di qualità”.

A proposito il direttore dell'Area della Programmazione regionale, Lucio Caporizzi, segnalando che “prosegue l'andamento favorevole”, ha evidenziato: “La componente di occupazione a tempo determinato rappresenta un indicatore di incertezze del sistema produttivo che ha esigenza di eccessiva flessibilità. Il dato – ha concluso – evidenzia la necessità di un impegno per la stabilizzazione dell'occupazione. Le politiche attive del lavoro dovranno essere integrate con quelle dello sviluppo, solo così si potrà favorire la qualità”.

Il presidente dell'Agenzia Umbria Ricerche, Claudio Carnieri, dal canto suo ha sottolineato come “l'Umbra sta cambiando pelle per affrontare le sfide che vengono dalla globalizzazione e dalle nuove dinamiche di sviluppo. In questi periodi di transizione vanno individuati i punti di forza e le debolezze su cui agire”.

“I dati complessivi segnalano una crescita ulteriore – ha detto infine l'assessore al lavoro Maria Prodi – quindi le preoccupazioni che si erano manifestate negli ultimi mesi rispetto al mercato del lavoro umbro ed alle politiche regionali finalizzate all'occupazione sembrano essere state eccessive”.