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CR Umbria, ecco il board – Approvato bilancio, Tier1 a 19,85% – Spoleto, Conti fra i candidati ma il Consiglio…

Carlo Ceraso
Il sogno della superbanca umbra è completato. Con la nomina del board da parte dell’assemblea degli azionisti, Casse di Risparmio dell’Umbria ha concluso anche l’ultimo atto e si presenta nella sua nuova veste forte di 124 sportelli, 190mila clienti e poco meno di 900 dipendenti. Il Cda, composto di 10 membri, appare equilibrato e rispettoso dell’impegno profuso nel tempo dalle 4 Fondazioni umbre che la scorsa estate hanno ceduto a Intesa Sanpaolo: la presidenza è andata al presidente della F. CaRiFol Alberto Cianetti mentre la vicepresidenza al ternano Antonio Alunni (già presidente CaRiSpoleto e che gode della fiducia di Cà de Sass). Del board fanno parte anche Dario Pompili (presidente F. CaRiSpo che ha saputo rinunciare a mire più alte ottenendo per Spoleto la sede operativa, 100 impiegati circa), Giovanni Eroli e Lucio Ciarabelli. Questi ultimi, non senza qualche sorpresa, rappresenteranno rispettivamente le fondazioni di Terni e Città di Castello che restano nelle mani dei presidenti Mario Fornaci e Antonio Gasperini. CR Firenze ha nominato il proprio direttore Luciano Nebbia (fra i padri della fusione delle Cr umbre), l’avvocato Alberto Bruni e il professor Luca Ferrucci, pisano di nascita ma perugino d’adozione (è docente di Economia e gestione delle imprese dell’Università di Perugia). Intesta Sanpaolo ha schierato un pezzo da novanta, il proprio Capo Partecipazioni, Piero Luongo. Parla spoletino il collegio sindacale a partire dal suo presidente, il commercialista Enrico D’Agata. Compongono il consiglio dei revisori Roberto Rambaldi e Andrea Urbani (supplenti Gino Bardini e Francesco Castellani).
I risultati del bilancio 2012 – L’assemblea ordinaria dei soci ha approvato anche il bilancio 2012 che, pur fra qualche dato in rosso, registra il Tier 1 Ratio a 19,85% a conferma della solidità della superbanca regionale. I crediti verso clientela sono risultati pari a 3.189 milioni di euro (-6,7% rispetto al 31/12/2011) mentre le attività finanziarie della clientela ammontano a 5.002 milioni: la raccolta indiretta sale a 3.056,6 milioni di euro, con un incremento pari a 80,6 milioni di euro (+2,7%) grazie all’aumento della raccolta gestita per 76,4 milioni di euro e della raccolta amministrata per 4,2 milioni; la raccolta diretta si attesta a 1.945,7 milioni di euro (-4%). Il risultato netto ammonta a -14,6 milioni di euro su cui pesano gli oneri di integrazione e incentivazione all’esodo le rettifiche di valore su crediti a clientela (-74,7 milioni di euro il debito che aziende e famiglie non riescono a restituire).
La successione – se Cianetti ha già fatto sapere di voler terminare il mandato alla presidenza della Fondazione Foligno, Dario Pompili (nella foto), a quanto trapelato, si è detto pronto a fare un passo indietro da quella spoletina già dal prossimo mese di maggio quando scadrà il terzo mandato. Anche se la politica e l’imprenditoria cittadina sta facendo un pressing serrato sul n. 1 di via Cavallotti affinché possa restare al proprio posto. Determinante potrebbe essere il dispositivo che si attende da un momento all’altro dal Tar della Toscana chiamato a decidere sulla legge che impone un limite ai mandati dei presidenti delle fondazioni: tetto ritenuto dai più non applicabile a istituzioni di fatto private quali sono appunto le fondazioni. Pompili nel suo decennio alla guida della benemerita istituzioni ha saputo dimostrare capacità fuori dal comune: dal progetto per la Tre Valli al rilancio del sito Unesco della Basilica di San Salvatore, alle costose attrezzature donate al nosocomio spoletino, ai progetti per la scuola e il sociale. Per non parlare degli eventi culturali (primo fra tutti il Festival dei 2 Mondi) destinati a supportare il turismo. Di queste ore, come può anticipare Tuttoggi.info, il contributo destinato alla produzione di “Don Matteo” in procinto di abbandonare la location di Gubbio per quella di Spoleto. Inutile dire che la corsa alla successione si è comunque aperta. Fra i papabili l’imprenditore Gianni Conti, già vicepresidente della CaRiSpo e che spera in un riscatto per la poltrona più prestigiosa della Fondazione. A decidere sarà comunque l’Organo di indirizzo che pensa invece ad una soluzione nel segno della continuità. Come a dire che il prossimo presidente verrà scelto fra i membri del Cda o dello stesso Organo di Indirizzo.
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