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Covid, Umbria promossa nel monitoraggio: Rt a 0,94

Covid 19, l’Umbria “promossa” dall’Istituto superiore della sanità (Iss) nel monitoraggio appena pubblicato, relativo alla settimana dal 18 al 24 maggio. In Umbria l’indice di trasmissibilità Rt risulta sotto a 1 a 0.94 (CI: 0.57-1.41). Di poco, dunque, ma ancora sotto quota 1.

Quell’indice Rt che preoccupa le piccole regioni che rischiano di essere penalizzate dalla statistica, dato che i piccoli numeri assoluti possono comunque fa registrare incrementi (o decrementi) percentuali significativi. Aspetto, questo, che stavolta viene evidenziato anche da Ministero e Iss.

In Umbria la cosiddetta incidenza cumulativa è di 162.24 per 100.000 abitanti (1.431 casi totali dall’inizio dell’emergenza).

Nella settimana del monitoraggio (18-24 maggio) casi prelievo/diagnosi 4 (incidenza: 0.45 per 100000).

Gli indici Rt nelle varie regioni italiane

In effetti l’indice Rt risulta spesso più alto rispetto alla media nazionale nelle regioni più piccole. Solo il Molise risulta con indice Rt maggiore di 1 (2.2). Però con 432 casi totali (incidenza cumulativa: 141.35 per 100000).

Questi gli indici Rt relativi alla settimana monitorata:

Marche 0.55
Lombardia 0.75
Emilia Romagna 0.55
Lazio 0.74
Piemonte 0.50
Valle d’Aosta 0.80
Molise 2.20
Prov. Trento 0.88
Prov. Bolzano 0.57
Veneto 0.65
Toscana 0.59
Puglia 0.62
Sicilia 0.75
Sardegna 0.51
Abruzzo 0.67
Basilicata 0.00
Campania (in definizione)
Calabria0.13
Friuli Venezia Giulia 0.90
Liguria 0.58
Umbria 0.94

In Italia non ci sono criticità

Al momento in Italia – evidenzia la nota dell’Istituto superiore sanità – non vengono riportate situazioni critiche relative all’epidemia di Covid-19.

Gli spostamenti

Nella nota non si fanno riferimenti alle decisioni sulle riaperture dei confini regionali. Si fa infatti riferimento anche ad altri indicatori (tipo il livello di “stress” degli ospedali) di cui però non è riportato il dettaglio regionale.

Il via libera agli spostamenti tra regioni poi è arrivato nella tarda serata di venerdì dopo il vertice di Governo (aggiornamento ore 23.40 di venerdì 29 maggio).

L’incidenza settimanale – rileva ancora l’Iss – rimane molto eterogenea nel territorio nazionale. In alcune Regioni il numero di casi è ancora elevato denotando una situazione complessa ma in fase di controllo. In altre il numero di casi è molto limitato. Si raccomanda pertanto cautela specialmente nel momento in cui dovesse aumentare per frequenza ed entità il movimento di persone sul territorio nazionale.

Non si registrano segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali ospedalieri sul territorio nazionale.

Si osservano “livelli di resilienza” in miglioramento.

Gli screening

Nel Paese continuano ad essere rafforzate a livello regionale politiche di testing e screening in modo da identificare il maggior numero di casi realizzando azioni di isolamento e quarantena / monitoraggio dei contatti stretti (ovvero realizzando la strategia “test – track – trace”).

Nonostante questo abbia aumentato la sensibilità dell’accertamento diagnostico, nella pressoché totalità delle Regioni e Provincie Autonome il trend settimanale dei nuovi casi diagnosticati per data di diagnosi/prelievo è in diminuzione e gli indici di trasmissibilità (Rt) sono al di sotto di 1 (tranne in Molise, come visto).

L’indice nelle piccole regioni

Dopo le proteste che si sono levate dall’Umbria, il Ministero chiarisce: “Per quanto riguarda la stima dell’Rt, si sottolinea che quando il numero di casi è molto piccolo alcune Regioni possono avere temporaneamente un Rt>1 a causa di piccoli focolai locali che finiscono per incidere sul totale regionale, senza che questo rappresenti un elemento preoccupante“.

Conclusioni

Queste le conclusioni di Ministero della Salute e Istituto superiore sanità: “Le misure di lockdown in Italia hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione da COVID-19 sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 Regioni/PPA“.

La situazione attuale – si legge ancora – relativa all’inizio della prima fase di transizione, è complessivamente positiva. Permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte Regioni italiane. Questo richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico“.

È necessario – viene raccomandato – continuare a rafforzare i servizi territoriali per la prevenzione e la risposta a COVID-19 per fronteggiare eventuali recrudescenze epidemiche“.

(Notizia in aggiornamento)