Salgono a 8507 i positivi al Covid in Umbria stando ai dati della dashboard regionale aggiornati alle 11 del 27 dicembre. Dunque relativi all’esito dei tamponi degli ultimi giorni.
Ufficialmente i nuovi contagi sono 935, ma come è noto, essendo di fatto saltato il tracciamento in Umbria e con l’impossibilità di fare tramite Usl il numero necessario di tamponi, potrebbero essere molti di più. Appena 49 invece i guariti.
Aumentano anche (ma in maniera limitata) i positivi al Covid ricoverati in ospedale, 102 oggi e dunque +11 rispetto a ieri.
Il dato che fa ben sperare è che il numero di coloro che sono in terapia intensiva rimane invariato ormai da giorni: sono 9. Inoltre non ci sono stati decessi nemmeno oggi. Aumentano i ricoverati sia negli ospedali di Foligno che di Città di Castello, 10 in entrambi i nosocomi. Al Santa Maria della Misericordia sono invece 51 i ricoverati (3 in intensiva) mentre al Santa Maria di Terni 31 (ma 6 in intensiva)
Al momento il Comune con il maggior numero di contagi è Perugia: ben 1781. Numeri aumentati esponenzialmente nel giro di pochi giorni anche a Terni, dove i positivi al Covid sono 1108. A Foligno sono 461 mentre a Spoleto sono 431. Ben 303 i positivi a Corciano, 304 invece a Città di Castello e 299 ad Assisi. A Magione i contagiati sono 231. Ad Amelia i positivi sono 161, 157 invece a Narni.
Intanto la difficile gestione della situazione sanitaria in Umbria (ma è così anche in altre regioni d’Italia) sta facendo reagire la politica. E se il consigliere regionale di maggioranza Valerio Mancini (Lega) chiede che fine ha fatto l‘uso degli anticorpi monoclonali come cura al Covid, l’opposizione – ed in particolare – il Movimento 5 stelle chiede “la testa” dell’assessore alla Sanità Luca Coletto.
“Caos e confusione – sottolinea il consigliere regionale pentastellato Thomas De Luca – nella gestione Covid della Regione Umbria. Chiediamo alla presidente Tesei di riferire in aula domani, ma soprattutto ci attendiamo un gesto di responsabilità da parte dell’assessore Coletto: le dimissioni. La giunta a trazione leghista ha dato informazioni frammentarie e contraddittorie, per poi dire ai cittadini “fate da soli” in un maldestro tentativo di mascherare la totale impreparazione e gettando nel panico una regione intera. Le vergognose immagini delle file per i tamponi a Perugia hanno fatto il giro del mondo, mostrando quanta improvvisazione ci sia in Umbria e quanto tale situazione può gravemente ripercuotersi sul nostro tessuto economico.
Adesso, invece, la maggioranza resta in silenzio mentre viene disposta la quarantena automatica con la positività di un tampone rapido e, per i bambini che sono stati a contatto con un positivo, senza nemmeno un test molecolare. Finora l’unico senso di responsabilità lo abbiamo visto dai cittadini umbri, pazientemente in fila per ore e tra incredibili disagi per effettuare un tampone al drive through piuttosto che a loro spese nelle farmacie. Cittadini che ora si vedono rinchiusi di nuovo in casa senza un vero motivo. Ci attendiamo un gesto di responsabilità dalle forze di maggioranza che governano questa regione. Fate dimettere l’assessore veneto alla sanità umbra, i cittadini ve lo stanno chiedendo in tutti i modi. Due anni di pandemia non hanno insegnato niente e ora ci ritroviamo al punto di partenza.
Chiediamo altresì alla presidente Tesei di riferire in aula domani in occasione della discussione del bilancio, dando le informazioni chiare e corrette che sono mancate in questi giorni. È necessario mettere un punto da cui ripartire. Come Movimento 5 Stelle avanzeremo la proposta di una risoluzione unitaria per togliere l’assurdo provvedimento della quarantena senza tampone. Esigiamo che ci venga detta tutta la verità. L’Umbria è veramente senza tamponi? E cosa si aspetta che accada la giunta regionale nei prossimi giorni in termini di ricoveri? Siamo preparati all’ipotesi di una maggiore pressione che si ripercuoterà sulle strutture ospedaliere? Stiamo di fatto vivendo un lockdown mascherato per l’incapacità di chi ci governa. Solo poche settimane fa dicevano di essere i migliori e che l’Umbria volava in tutti i settori. E’ il momento di tornare con i piedi per terra. Quelli che gridavano alla libertà e alla dittatura sanitaria quando gli ospedali erano pieni, ora ci rinchiudono in casa infischiandosene dei problemi e dei disagi dei cittadini. A pagare sono sempre gli stessi, le famiglie umbre, i cittadini che lavorano e che hanno figli. Quelle stesse famiglie con le quali si riempiono la bocca quando devono fare propaganda”.