Città di Castello

Covid, Scuole di danza in piazza contro chiusure “Non fermateci! L’arte è vita”

Tutù in mano e la performance di una ballerina solitaria. Le scuole di danza altotiberine si sono radunate questa mattina in piazza Matteotti, a Città di Castello, per levare un coro univoco di protesta e di richiesta di aiuto contro la grave situazione venutasi a creare in questi giorni con le restrizioni adottate dal Governo per contrastare l’emergenza Coronavirus.

La manifestazione, del tutto pacifica, ha visto partecipare, immobili e distanziati, vari rappresentanti delle scuole di danza del territorio, che – come detto – hanno tenuto i tutù fra le braccia, assistendo in religioso silenzio all’esibizione di una sola ballerina. Sullo sfondo un unico grande striscione: “La danza muove corpo e anima. Non fermiamola!“.

Tra le associazioni/scuole presenti vi erano: Studio di Danza Giubilei (Città di Castello), Zona 10 Danza (Città di Catello), Scuola di danza Lama (San Giustino), Duse Art (San Giustino), Scuola di Danza by Oplas (Umbertide e Foligno), Academy Ballet (Città di Castello), Scuola Diamante Danza (Città di Castello), Tedamis (Sansepolcro), Danzificio (Sansepolcro), L’atelier della danza (Pietralunga) e Scuola di danza Città di Gubbio (Gubbio).

Lo stop subito durante il primo lockdown aveva già fortemente penalizzato il settore delle scuole di danza, che in Italia vivono in un limbo istituzionale che urge di un immediato inquadramento, e ora i problemi si ripropongono con insistente urgenza – ha dichiarato il portavoce Luca Bruni dell’A.S.D. Scuola di Danza by Oplas – Attualmente le scuole di danza sono costituite al 99% dei casi come associazioni sportive dilettantistiche, quindi fanno riferimento al Ministero dello Sport: accade però che queste vengano assimilate alle palestre, per cui ogni regola emanata per quest’ultime si riflette sul nostro operato, nel bene e nel male, e senza tenere conto di quelle che sono veramente le nostre realtà“.

Vogliamo con forza ribadire che le scuole di danza sono luoghi assolutamente sicuri, perché le attività didattiche avvengono in ambienti ad uso esclusivo della danza, che permettono una applicazione dei protocolli anti-covid più rigida e accurata; sono un luogo di formazione indispensabile per l’equilibrio psico-fisico dei nostri giovani; sono motivo di sostentamento economico per tutti gli operatori che vi lavorano, i quali producono esclusivamente per il nostro comparto

Per poter esercitare tutto ciò, in una fase di emergenza come questa in cui viene imposto uno stop alle attività, – continua Bruni – anche noi abbiamo bisogno di aiuti adeguati che possano garantire la copertura delle spese vive quali canoni di affitto, utenze, nonché un indennizzo proporzionato ai mancati rimborsi”.

Rivendichiamo anche il giusto ed adeguato riconoscimento che renda onore al nostro importante impegno verso i giovani; il diritto ad esercitare la nostra professione per la quale ci siamo formati con anni di studi e lunghi percorsi formativi; che venga fatta chiarezza in seno a chi ci governa affinché il contesto delle scuole di danza abbia una sua identità univoca; il diritto ad essere quello che siamo, artisti coreuti, messaggeri di un’arte – la danza – considerata da sempre madrina di tutte le arti.

Questo nostro manifestare oggi in piazza significa per noi ribadire che di arte si vive, – ha concluso Bruni – e ci aiuta anche a sopravvivere contro ogni avversità contingente, come in questo difficile momento. Non possiamo relegare l’arte dello spettacolo dal vivo – che noi qui rappresentiamo – a qualcosa di superfluo che si può così facilmente annientare: siamo consapevoli, e lo gridiamo a gran voce, che l’arte è il colore della vita, il sale della conoscenza, l’ingranaggio misterioso che da sempre muove l’uomo verso il futuro, senza il quale saremo destinati ad una triste ed oscura esistenza. Uniamoci in uno sforzo comune che possa ricostruire un futuro al di là di ogni contingente difficoltà“.