Covid, medici, infermieri e oss in soccorso dell’Umbria. La protezione civile nazionale ha aperto le procedure per l’individuazione di 496 unità da impiegare a supporto della Regione Umbria per l’attuazione delle misure necessarie al contenimento e contrasto dell’emergenza COVID-19.
Sarà possibile aderire alla selezione compilando il form, già disponibile sul sito del Dipartimento della Protezione Civile, fino alle ore 12:00 del 15 febbraio 2021 al seguente link: http://www.protezionecivile.gov.it/media-comunicazione/news/dettaglio/-/asset_publisher/default/content/professionisti-sanitari-a-supporto-delle-strutture-sanitarie-della-regione-umbria-per-covid-19-al-via-la-raccolta-delle-manifestazioni-di-interesse.
A coloro che provengono da altre regioni sarò riconosciuto un bonus aggiuntivo.
Alla manifestazione di interesse potranno partecipare medici specializzati in Anestesia e Rianimazione, Malattie infettive, Malattie dell’apparato respiratorio e Medicina interna, medici abilitati anche non specializzati, infermieri e operatori socio-sanitari.
Non possono partecipare i dipendenti pubblici e privati operanti nel settore sanitario e socio-sanitario in ambito nazionale, al fine di non pregiudicare i livelli di servizio attuali.
Al termine della procedura selettiva il Dipartimento redigerà un apposito elenco che sarà pubblicato sul sito dipartimentale e trasmesso alla Regione Umbria che, previa verifica dei requisiti, provvederà al conferimento degli incarichi.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del Dipartimento.
Il bando ha una procedura semplificata, quindi più rapida. Tuttavia, vista la gravità dell’emergenza Coovid in Umbria, è stato chiesto ad altre Regioni l’invio di proprio personale a comando in Umbria per un mese.
E intanto però prosegue l’esodo di infermieri, medici specialisti e specializzandi, tecnici ed operatori socio-sanitari, che si sono formati in Umbria, secondo quanto denuncia il consigliere regionale Pd Tommaso Bori. Professionalità che vanno altrove, “Mentre in Umbria – denuncia – si continuano ad offrire contratti mensili o addirittura di collaborazione oraria, nel resto delle Regioni si sono fatte, e si continuano a fare, assunzioni a tempo indeterminato o contratti pluriennali”.
“E’ notizia di questi giorni – sottolinea lo stesso Bori – che alcuni medici impegnati nell’emergenza, quali anestesisti ed infettivologi, si siano addirittura licenziati per andare altrove, dando un quadro chiaro della gravità della situazione in atto. A causa dei ritardi e delle mancanze della Giunta Tesei – aggiunge – ci troviamo dunque ad affrontare la crisi sanitaria con meno personale rispetto all’inizio della pandemia arrivando perfino ad elemosinare operatori sanitari alle altre Regioni”.