Il monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità indica criticità soprattutto nelle ospedalizzazioni e nei contagi nelle strutture per anziani
Covid, l’Umbria è l’unica regione a rischio “alto”. Lo evidenzia l’Istituto superiore di sanità, nel suo monitoraggio settimanale sull’andamento della pandemia, appena pubblicato.
La scorsa settimana erano quattro le regioni considerate a rischio “alto” sulla base dei vari parametri. Dieci sono le regioni a rischio moderato, le altre a rischio basso.
L’Umbria è così classificata a rischio “alto” per la quarta settimana consecutiva. Anche se l’indice Rt è pari a 0.96 (con uno scostamento tra 0.9 e 1.02).
L’indice Rt a livello nazionale scende da 0.97 a 0,84.
A rendere l’Umbria a rischio “alto” l’elevato numero di ospedalizzazioni (in particolare l’occupazione delle terapie intensive) ed i contagi che si sono verificati nelle residenze per anziani.
Parametri che si riferiscono alla settimana dal 18 al 25 gennaio. Secondo il calcolo del Nucleo di valutazione regionale, nelle ultime due settimane l’indice Rt in Umbria sarebbe salito intorno a 1.14.
Resta la zona arancione, col futuro rischio rosso
L’Umbria resta in zona arancione, insieme a Puglia, Sardegna, Sicilia e Provincia autonoma di Bolzano. Tutte le altre regioni italiane sono in zona gialla.
Per l’Umbria, però, come anticipato dal direttore Claudio Dario che siede nella Cabina di regia nazionale, c’è il rischio del passaggio in zona rossa dopo il monitoraggio che sarà effettuato venerdì prossimo. Questo in virtù del monitoraggio che valuta l’andamento della settimana a partire dai 14 giorni precedenti.
Anche per scongiurare la zona rossa per tutta l’Umbria la Regione ha invitato i sindaci dei comuni a più alta incidenza ad emettere ordinanze restrittive locali.