Cinque casi di variante indiana Covid in Umbria. Ma in tutti i casi le persone contagiate presentano sintomi lievi. Tra queste c’è anche un uomo di 93 anni, che era già stato vaccinato e si era positivizzato il 20 maggio con lievissimi sintomi. In questo caso il sequenziamento è previsto di prassi e al 2 giugno il tampone di controllo ha già dato esito negativo. Il paziente sta bene.
Per gli altri quattro campioni la scelta è stata casuale, come prevede il protocollo per il sequenziamento. Anche in questi quattro casi sono stati riscontrati sintomi lievi e al momento continua il monitoraggio.
Si tratta di soggetti – spiegano le autorità sanitarie regionali – che non hanno avuto contatti tra di loro.
I casi di variante indiana (B. 1.167.2) sono stati scoperti a seguito dell’attività di sequenziamento che il Laboratorio regionale di microbiologia di Perugia effettua di routine presso il Centro zooprofilattico di Teramo.
La variante indiana (chiamata anche variante Delta) preoccupa gli esperti perché in Gran Bretagna ad essa è legata la crescita di nuovi casi. Tanto che Londra sta pensando di rinviare la revoca delle restrizioni, inizialmente fissata al 21 giugno. In Gran Bretagna la variante Delta è ormai prevalente.
In Umbria, casi come quello del 93enne, sembrerebbero tuttavia dimostrare l’efficacia del vaccino nell’evitare una sintomatologia grave. Anche se il vaccino non ha impedito il contagio.