Continua a crescere la curva dei contagi di Covid-19 in Umbria. Con il cuore verde d’Italia che ancora una volta sembra anticipare le tendenze nazionali. E se le ospedalizzazioni rimangono limitate, oggi (23 giugno) si sfiorano i 10mila attualmente positivi. Sono infatti 9.949, con i contagi in costante aumento da giorni.
I casi giornalieri di oggi sono 956, a fronte di 3.383 tamponi (2.785 antigenici). I guariti sono 400. Si registra un decesso, con il totale dall’inizio della pandemia che sale a 1.884. Sono 118 i ricoverati positivi al Covid, di cui 90 in area medica Covid e 27 in altri reparti ospedalieri. Uno è invece in rianimazione.
Come ogni giovedì, intanto, la Regione Umbria, attraverso l’assessore alla Salute Luca Coletto, rende nota l’analisi settimanale del Nucleo epidemiologico regionale.
La curva epidemica, come pure la media mobile a 7 giorni in Umbria mostra un trend in aumento rispetto alle settimane precedenti. L’incidenza settimanale mobile per 100.000 abitanti al 21 giugno è pari a 513. L’RDt sulle diagnosi calcolato per gli ultimi 14 giorni con media mobile a 7 giorni è in aumento attestandosi ad un valore di 1,44. Dallo studio emerge che l’andamento regionale dell’incidenza settimanale mobile per classi di età mostra un trend in aumento in tutte le fasce, l’incidenza più elevata è riscontrata nella classe d’età tra i 45 e 64 anni, mentre quella più bassa i bambini di età compresa tra i 3 e 5 anni. Nella settimana dal 13 al 19 giugno tutti i distretti sanitari hanno l’incidenza inferiore a 500 casi per 100.000 abitanti, eccetto il Distretto di Orvieto e Alto Chiascio.
Rispetto alla settimana precedente si osserva un aumento nell’impegno ospedaliero regionale: al 21 giugno si registrano 116 ricoveri in area medica e un ricovero in terapia intensiva. Nella settimana tra il 13 e il 19 giugno i decessi sono stati 11.
“Da un’analisi delle ospedalizzazioni – spiega l’assessore Coletto – emerge che l’età media delle persone con necessità di cure ospedaliere è intorno ai 79 anni. Tra i soggetti over 80 ricoverati, nessuno e quindi il 100 per cento, ha fatto la quarta dose e tutti hanno superato la soglia dei 120 giorni dall’ultima somministrazione di vaccino”.
“Alcuni dei soggetti per i quali è consigliata la quarta dose, magari ha avuto il covid in questi mesi – prosegue l’assessore – Ma di certo c’è, che sulla somministrazione della quarta dose siamo indietro (solo il 12,01 della popolazione per la quale è consigliata), non tanto per la categoria delle persone fragili, ma per gli over 80 che sono certamente esposti a maggior rischio di sviluppare malattia severa e che con la somministrazione della quarta dose da subito, avrebbero una copertura decisamente più efficace”.
A supporto di ciò l’assessore ricorda le più recenti raccomandazioni del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) secondo le quali “il beneficio per la salute pubblica della somministrazione di una seconda dose di richiamo di mRNA per il COVID-19, è stato valutato come più evidente nelle persone di età pari o superiore a 80 anni e la somministrazione immediata di una seconda dose di richiamo in questa popolazione, è risultata ottimale in situazioni in cui la circolazione virale era alto o in aumento”.