Bus che, troppo pieni rispetto alle capienze massime previste dalle misure anti Covid, non fanno sosta alle fermate. Studenti costretti ad arrivare in ritardo a scuola o a prendere il taxi.
Numerose le segnalazioni di disservizi da parte di genitori perugini dopo i primi giorni di scuola. Nonostante gli annunci di potenziamento dei mezzi, i bus su alcune tratte sono già strapieni negli orari utili per gli ingressi a scuola. E quindi non si fermano alle fermate, avendo già raggiunto la capienza massima.
Il risultato è che molti ragazzi possono arrivare in classe ben oltre il suono della campanella.
Ma c’è anche il caso di una ragazza di 14 anni che si è ritrovata da sola senza più navette per la scuola. E che, pur di seguire le lezioni, ha preso un taxi.
Insomma, tanti giovani studenti perugini che arrivano dalle frazioni rischiano di trovarsi in situazioni pericolose, a vagare da soli in città.
Oltre alla beffa per le famiglie, che pagano l’abbonamento del bus ma poi si trovano a dover spendere anche per il taxi perché i loro figli non vengono fatti entrare sugli autobus strapieni.
“Vergogna Regione e BusItalia” è il commento di una mamma che ha voluto dar voce alla protesta per il disservizio patito dalla figlia. E non si tratta certo di un caso isolato, viste le tante storie simili raccontate da altri genitori.
Oltre che nelle frazioni del territorio ovest di Perugia e al Trasimeno, disagi sono stati segnalati anche sulla linea A di Pila. Con studenti del Giordano Bruno, dell’Alessi e del Pascal costretti ad arrivare in ritardo in classe e su autobus stracolmi.
Sul tema ha presentato un’interrogazione la consigliera comunale di Italia Viva Emanuela Mori, che chiede all’amministrazione di riferire in merito a questi ed altri disservizi. E soprattutto di risolvere in tempi rapidi le criticità emerse nell’organizzazione del servizio di trasporto scolastico.
(foto d’archivio)