Primo giorno di zona rossa per l’intera Provincia di Perugia ma, in queste ore, una polemica “record” sta già infiammando il confine umbro-toscano.
Nonostante infatti la Regione Umbria specifichi come “gli spostamenti di studenti residenti nei Comuni oggetto di limitazioni (…) che frequentano scuole in regioni limitrofe non oggetto di limitazioni” siano consentiti così come “lo svolgimento della didattica in presenza”, due licei di Sansepolcro (Ar) hanno invece deciso di chiudere le loro porte, proprio a partire da oggi, a “studenti e insegnanti umbri”.
A certificare questa decisione ci sono anche due avvisi pubblicati nei rispettivi siti internet degli istituti . Sulla home del Liceo Città di Piero si legge: “Lezioni a distanza per gli studenti residenti in Umbria: Da domani 8 febbraio, tutti gli studenti residenti in Umbria dovranno seguire le lezioni a distanza a causa della situazione Covid nella provincia di Perugia”, firmato il dirigente scolastico Claudio Tomoli.
Ancora più precisa e stringente la comunicazione del liceo artistico “Giovagnoli”, a firma del dirigente scolastico Giuseppe De Iasi: “…A seguito dell’ordinanza che (…) istituisce la zona rossa in tutta la provincia di Perugia (…) si stabilisce che gli studenti provenienti dalla regione Umbria seguiranno tutte le lezioni in modalità a distanza (DAD) fino a venerdì 12 febbraio incluso. I docenti provenienti dalla sopracitata regione svolgeranno le loro attività a distanza, da casa. L’orario non subirà variazioni. Il personale A.t.a., ugualmente proveniente dall’Umbria, è autorizzato a rimanere a casa per cause di forza maggiore”.
Nella prima mattinata di oggi, però, è arrivato il dietrofront della dirigenza, che ha pubblicato una rettifica alla precedente circolare “a seguito di sopraggiunta ricezione di una nota della Regione Umbria, si prende atto che pur non tutelando la popolazione scolastica aretina ci costringe a ritirare la precedente comunicazione. Pertanto sarà di esclusiva competenza delle famiglie la scelta di far seguire le lezioni previste in presenza in modalità Dad per il proprio figlio/a. Il personale docente, di conseguenza, sarà in regolare servizio, ferma restante la possibilità di svolgere il proprio orario lavorativo “a distanza” su esplicita richiesta Il personale Ata, per il quale non si configura più ipotesi di “causa di forza maggiore” deve essere in servizio”.
Furenti le reazioni dei sindaci dei Comuni limitrofi, a partire da quello di San Giustino (distante 4 km da Sansepolcro) Paolo Fratini: “Ho appreso che alcune scuole di Sansepolcro sono interdette agli alunni provenienti dall’Umbria. Questi provvedimenti non sono nelle facoltà dei Dirigenti Scolastici. Il consiglio è di mandare tranquillamente i ragazzi a scuola. La situazione è già critica di suo che non serve sicuramente alimentare confusione. Basta attenersi ai DPCM, ai Decreti e alle Ordinanze”.
Parla invece di “atto discriminatorio contra legem” il primo cittadino di Citerna Enea Paladino, che aggiunge: “Vietare l’ingresso degli studenti umbri nelle loro scuole credo non abbia nessun potere e fondamento giuridico“. Paladino ha fatto inoltre sapere di essersi confrontato ieri sera con i colleghi di Anci e con il Prefetto di Perugia. Proprio questa mattina (lunedì 8 febbraio) ci sarà un confronto tra i governatori di Toscana e Umbria che chiariranno la questione.
“In seguito alle problematiche circa la frequenza di ragazzi provenienti dalla zona rossa istituita in Umbria nelle scuole di Sansepolcro, nel rispetto del diritto a istruzione e salute si informano cittadinanza e famiglie che la questione travalica l’ambito e la competenza del Comune: – ha dichiarato il sindaco di Sansepolcro Mauro Cornioli – è necessario che a livello regionale siano date indicazioni chiare. Ho personalmente contattato e scritto sia al Prefetto di Arezzo che al presidente della Regione Toscana, perchè ritengo indispensabile siano loro, come soggetti di livello superiore, a definire la questione. Appena sarà tutto definito, vi aggiornerò“.