La voce, secondo cui l’ospedale di Spoleto verrebbe a svolgere il ruolo di ospedale Covid dove indirizzare i contagiati del territorio regionale, è stata oggetto di una appassionata discussione nella seduta dell’Organo di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto.
L’argomento è di particolare interesse sia per l’attenzione sempre mostrata dalla Fondazione sul tema della salute sia, in particolare, per gli importanti investimenti, soprattutto tecnologici, operati negli anni sul nosocomio spoletino, dotandolo di strumenti all’avanguardia ed essenziali per la valorizzazione delle professionalità ed eccellenze ivi presenti, nonché per la tutela della dignità umana.
Da anni questo ospedale viene penalizzato da uno strabismo sanitario di tal che, a gran voce, si può dire che Spoleto ha già dato, e non è possibile accettare altre riduzioni che sono peraltro in contrasto con il ruolo strategico svolto dal nosocomio, ed ampiamente riconosciuto, in occasione del noto sisma 2016, ricordando altresì che questo territorio di riferimento fa parte del “cratere”.
Si contesta che si ricorra strumentalmente all’emergenza Covid, parlando di una soluzione provvisoria, quando tutti sanno che la riduzione dei Servizi porterebbe, nei prossimi anni, ad un depauperamento e di fatto alla chiusura scellerata di questo ospedale, la cui funzione è insostituibile per una Comunità che da tempo sta pagando un altissimo prezzo anche sul piano economico-sociale.
Alla luce di quanto sopra, gli Organi della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto vigileranno sul prosieguo della vicenda, ribadendo che la Fondazione ha messo a disposizione risorse economiche rilevanti per il “San Matteo degli Infermi”, e si opporrà con forza a qualunque iniziativa finalizzata alla vanificazione delle stesse.
Il Presidente, Avv. Sergio Zinni