I piccoli comuni, come Narni, Arrone, Montecchio e San Venanzo, dove i contagi sono esigui, si ribellano all'ordinanza della Tesei
Scuole chiuse in tutta l’Umbria e quindi in Provincia di Terni, l’ordinanza della Governatrice Donatella Tesei apre un caso politico. I piccoli comuni, come Narni, Arrone, Montecchio, Amelia e San Venanzo, dove i contagi sono esigui, si ribellano alla decisione di chiudere le scuole e la polemica si estende con una nota delle minoranze del consiglio comunale.
Narni
Il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, ha inviato una lettera alla Tesei nella quale richiede la revisione dell’ordinanza: “Ho avanzato richiesta ufficiale di rivedere l’ordinanza regionale di sospensione della didattica in presenza nelle scuole. Applicando scelte differenziate avendo a riferimento, in ogni comune, del parametro utilizzato per materne e asili nido (250 su 100.000, ndr). Ho chiesto il supporto di Anci a questa richiesta ragionevole e che ribadisce una impostazione già utilizzata dalla regione nel differenziare le misure a carattere territoriale seguendo la curva epidemiologica. Torno a ribadire che non dev’essere la società a difendersi dalla scuola, ma dobbiamo continuare a difendere una scuola sicura e mai così importante per i nostri giovani e giovanissimi. Attenderò fiducioso l’esito della mia richiesta insieme a diversi altri sindaci”.
Arrone
“Scuole chiuse, perché? – è quanto scrive il sindaco di Arrone Fabio Di Gioia dal suo profilo Facebook – Vorrei soltanto capire, dare delle risposte ai tanti genitori che mi chiedono la motivazione della chiusura, è una buona pratica per un amministratore. Per chiarezza, nel nostro comune, si registrano 12 casi”.
Amelia
“Alla luce dell’ordinanza di ieri proporrò all’interno dell’Ufficio di Presidenza Anci, del quale faccio parte, di rivedere l’ordinanza Tesei – scrive il sindaco di Amelia Laura Pernazza – rimettendo in mano ai Sindaci la decisione se chiudere o meno le scuole sulla base dei dati settimanali sull’andamento epidemiologico e sui casi nelle scuole previo confronto con il Dott. D’Angelo, Commissario Covid.
Questa credo sia la decisione più saggia , ordinanze mirate e calate sulle singole realtà”.
San Venanzo
Sulla stessa linea di pensiero anche il sindaco di San Venanzo: “Scriverò in Regione per chiedere che a San Venanzo le scuole possano restare aperte. E’ una iniziativa annunciata dal sindaco di Narni a cui aderisco con convinzione. Spero che anche altri sindaci prendano la stessa posizione”.
Montecchio
Anche il sindaco di Montecchio, Federico Gori, condivide il pensiero dei colleghi: “E’ ormai da tanto, troppo tempo che facciamo dei sacrifici per tutelare la salute nostra e di tutta la comunità, consapevoli che questo equivale a rispetto e senso di responsabilità; soprattutto con la speranza che serva a farci uscire da questa terribile pandemia, che ci ha privato di tutto ciò che ci rende liberi. Non sfugge però che tra coloro che stanno pagando le conseguenze peggiori di questa pandemia ci siano i nostri bambini e ragazzi, coloro che nel momento più delicato della propria vita si stanno sacrificando in termini educativi e sociali, privandosi spesso del periodo migliore della propria vita. Per questo rimane incomprensibile, dopo tutto questo tempo e soprattutto dopo tutti gli sforzi fatti per rendere sicure le nostre scuole, adottare una chiusura generale, insomma fare ‘di tutta l’erba un fascio’. A Montecchio, grazie alle misure prese e al senso di responsabilità degli alunni e del personale scolastico i casi verificatisi nelle scuole sono praticamente inesistenti e noi amministratori siamo sempre intervenuti in via precauzionale, quando era necessario. Tutto ciò rende ancora più paradossale un provvedimento che mal si sposa con la realtà che vive il nostro Comune. L’istruzione è un diritto fondamentale della persona e come tale va tutelato”.
La polemica politica
Coi sindaci dei piccoli comuni si schierano le opposizioni di Palazzo Spada che, con una nota, danno appoggio alla protesta: “Pieno sostegno ai sindaci della provincia di Terni che chiedono di poter assumere loro le decisioni più adeguate al loro comune e rivendicano di poter valutare essi stessi se chiudere o meno le scuole, rifiutando di essere scavalcati e commissariati dalla Regione”. – dichiarano i gruppi consiliari di opposizione.
Solidarietà ai sindaci
“Questi sindaci – proseguono- dimostrano che esiste ancora, nella provincia di Terni, un altro modo di fare il sindaco. Un modo diverso da quello a cui ci vorrebbe abituare il primo cittadino di Terni. Il sindaco del capoluogo, visto anche ciò che è accaduto recentemente a Spoleto, si guarda bene dall’unirsi alla voce degli altri sindaci e contestare le decisioni del suo partito”
Attacco a Latini
“In questi anni, purtroppo, i ternani non hanno avuto un sindaco capace di prendere decisioni e assumersi le sue responsabilità. Un sindaco che fa di tutto pur di non essere preso in considerazione, scansare e scrollarsi di dosso qualsiasi decisione e responsabilità che lo possa minimamente esporre al giudizio degli elettori. Basti ricordare in ultimo quanto dichiarato per ritrattare nel giro di 48 h la decisione sull’apertura della ztl, addebitata di fatto alla scoperta della pandemia e ad una presunta valutazione col comitato ordine e sicurezza.
“Ci auguriamo – conclude la nota – che presto anche Terni possa avere un sindaco come quelli che guidano i comuni più piccoli della nostra provincia, che voglia esporsi per i cittadini, decidere e rivendicare la responsabilità delle sue decisioni. In questo momento di profonda crisi economica, politica e sociale, Terni ne avrebbe bisogno. I ternani non disperino: avere un sindaco prima o poi tornerà possibile”.