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Covid-19, Ruggiano (Auri) “Niente Tari per attività chiuse”

“Intervento dello Stato a copertura della mancanza di gettito della tariffa dei rifiuti proveniente dalle utenze non domestiche che sono state costrette a tenere chiuse le attività” ed “esclusione della Tari per attività economico produttive chiuse per legge o comunque chiuse a seguito della situazione emergenziale”.

Sono queste le due richieste che, venerdì 24 aprile, il presidente dell’Autorità umbra per rifiuti e idrico (Auri) Antonio Ruggiano ha avanzato al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Misure che lo stesso Ruggiano ha chiesto siano inserite in uno dei prossimi provvedimenti legislativi legati all’emergenza in atto.

“La tenuta dei conti del servizio – ha spiegato Ruggiano – risulterà assolutamente necessaria, al fine di garantire il servizio essenziale di raccolta dei rifiuti urbani. Tale proposta è necessaria per non far ricadere sulle altre utenze domestiche e non domestiche, sui bilanci comunali, nonché sui gestori del servizio il minor gettito derivante dal possibile mancato pagamento della tari di dette attività e dei possibili contenziosi che potrebbero sorgere a seguito della chiusura di tali attività. La ricaduta del minor gettito nei bilanci degli enti locali e dei gestori metterebbe a rischio la continuità del servizio di igiene urbana e il mantenimento degli attuali standard qualitativi che oggi risultano indispensabili per il contenimento dell’epidemia e la garanzia dell’igiene pubblica”.

In particolare, il presidente dell’Auri ha avanzato una proposta normativa per cui la Tari non sia dovuta “dalle attività economiche e produttive per il periodo di chiusura imposto dal Dpcm dell’11 marzo 2020 e sue successive proroghe. L’esenzione si applica alle attività economiche indicate dal Dpcm dell’11 marzo 2020, nonché alle attività economiche chiuse nel medesimo periodo a causa della situazione emergenziale in atto. Al fine di garantire la continuità del servizio di igiene urbana, il minor gettito […] viene rimborsato dallo Stato ai Comuni […] tramite l’istituzione di un apposito fondo”.