Il Covid-19 non ferma Monini: l’azienda spoletina, attenendosi fin dalle prime ore dell’emergenza in maniera rigorosa alle indicazioni del Ministero della Salute, è pienamente operativa in ogni aspetto delle sue attività, nonostante circa il 75% degli impiegati degli uffici stia lavorando in modalità “smart”.
“Stiamo rispettando i nostri impegni e offrendo il nostro contributo affinché il consumatore sia tranquillo e sereno, almeno sul fronte di un bisogno primario come la spesa alimentare. Ovviamente per farlo abbiamo dovuto rivedere in tempi brevissimi la nostra operatività, adottando tutti gli accorgimenti necessari” spiega l’azienda.
Monini ha infatti attivato un “team di crisi” dedicato, che si occupa di definire e implementare le misure precauzionali per tutelare la salute dei dipendenti e prevenire possibili occasioni di contagio. Ad oggi non si sono registrati tra i lavoratori casi conclamati né casi di persone sottoposte a quarantena.
Tutte le forniture sono in questo momento garantite, mentre la produzione sta lavorando a pieno regime per fronteggiare un picco di domanda, soprattutto dal lato internazionale. Si riscontrano tuttavia le prime difficoltà sul fronte logistico, che ha subito un netto incremento dei costi e alcune limitazioni delle disponibilità. Negli ultimi dieci giorni il prezzo del trasporto per il Nord Europa è sostanzialmente raddoppiato rispetto alla norma. Un exploit speculativo che non si giustifica in un momento critico come questo, ma che almeno per ora non si registra se non limitatamente sul territorio nazionale.
“Ci rendiamo conto – spiega l’azienda – che il momento è complicato per tutti, consumatori, distributori, produttori, fornitori, ma vi vogliamo assicurare che in Monini ognuno sta facendo il massimo per navigare in questa tempesta e cercare di mantenere più alto possibile il livello dei nostri servizi”.
Il legame stretto con il territorio dove l’azienda è nata, ormai un secolo fa, si concretizza in aiuti per l’ospedale cittadino. Al San Matteo degli Infermi una dotazione di macchinari e attrezzature protettive: videolaringoscopi, un ecografo, tute, mascherine e occhiali per medici e infermieri che, come in trincea, si preparano a una battaglia che per fortuna in Umbria è ancora molto limitata e si spera che così rimanga.