Sono 3.206 i nuovi casi positivi al Covid-19 registrati oggi in Umbria, che portano il totale degli attualmente contagiati a 31.863. Un numero mai raggiunto prima, con una raèidità di diffusione altissima, ma con una un’incidenza di ricoveri e casi gravi molto più bassa rispetto alle precedenti ondate della pandemia.
Numeri che però purtroppo contano anche nelle ultime 24 ore altri 2 decessi (uno nel comune di Foligno e uno in quello di Orvieto) I ricoveri scendono a 193, tre in meno del giorno precedente, mentre le terapie intensive salgono a 12 (+1).
La situazione negli ospedali è così distribuita:
Per ordinanza regionale, domani e dopodomani (7 e 8 gennaio) restano chiuse le scuole in tutta la regione. Situazione differente a Spoleto dove il sindaco Sisti ha prorogato il rientro in aula non prima del 17 gennaio, ma lezioni attive in dad.
Scelte istituzionali prese con l’evidente intento di arginare la diffusione dei contagi e che sembrano preludere a un nuovo periodo di continue ordinanze “a vista”. Non mancano critiche e sollecitazioni dei tanti genitori coinvolti in questa ennesime situazione di emergenza da organizzare.
In questo senso, riportiamo lo sfogo di una mamma di due bimbi in età scolare (6 e 9 anni):
“Mentre le scuole sono chiuse rimangano aperte tutte le attività da quelle commerciali alla ristorazione alla palestra. È una beffa in quanto a livello nazionale le scuole come da DPCM rimangono aperte l’ eventuale chiusura è prevista se non in zona rossa , e noi non siamo in zona rossa… “
“…però no a scuola no – continua Romina – A scuola dove gli alunni indossano la mascherina seduti al banco e tutto personale è vaccinato visto il recente obbligo del 15 dicembre. No torniamo alla dad la scuola per 3 ore con 45 minuti di pausa..15 minuti di pausa ogni ora ..costringiamo i genitori di nuovo a scegliere, visto che le attività produttive sono aperte e al lavoro si devono comunque recare.. non tutti hanno la possibilità di avere lo smartworking e comunque il lavoro da casa con i figli in dad non è una semplice passeggiata, oppure si può rinunciare ad una parte del proprio stipendio per accedere al congedo parentale al 30%”.
Una situazione che si ripresenta di nuovo difficile tra la gestione della quotidianità e la protezione della propria salute.