Trasimeno

Covid-19, al Trasimeno stimato calo del turismo tra 60 e 90% per il 67% delle strutture

Il Trasimeno è in alto mare. Con questa immagine retorica Michele Benemio, presidente dell’Urat (Unione dei ristoratori e albergatori del Trasimeno), consorzio che riunisce 90 strutture ricettive ( e 50 ristoranti ) , che da sole rappresentano più del 50% del totale delle presenze (oltre 450.000 – indagine Urat dicembre 2019 – sulle 868.384 nel 2018 del comprensorio Lago Trasimeno), lancia il suo piano di proposte e interventi per sostenere le imprese turistiche in questa che si prospetta come una stagione sotto tutti i punti di vista unica e difficilissima.

In queste settimane di chiusura totale il Consorzio non è stato fermo e insieme ai suoi soci ha preparato uno studio che contiene le previsioni per la stagione estiva e delle proposte concrete già presentate all’Unione dei Comuni del Trasimeno.

L’indagine è stata effettuata su oltre 100 soci tra ristoratori e albergatori. La situazione che emerge dai dati raccolti è davvero preoccupante: al momento il 99% delle strutture sono chiuse, le previsioni sulla stagione in corso sono disastrose: con un calo di presenze stimato che va dal 60% al 90% per il 67% delle strutture, e dal 30% ed il 60% per il 25,8% delle strutture; al momento attuale la previsione per la riapertura è per il 40% a maggio e per il 38,2% a giugno, e addirittura un 4,5% prevede la riapertura nel 2021.

Grande incertezza vi è anche per i servizi offerti, le nuove normative sulla distanza sociale e sulla sanificazione degli ambienti rendono difficoltosa, al momento, la previsione di garantire servizi come prima colazione, piscina, parchi giochi e aree comuni. Alla luce di tutte queste incertezze, e degli ingenti oneri per la sanificazione, una riapertura potrebbe significare per assurdo un peggioramento della situazione per le aziende, perché i costi quasi sicuramente supererebbero i ricavi.

Per quanto riguarda la ristorazione, la maggior parte degli imprenditori è in attesa di direttive certe circa il distanziamento dei tavoli; la perdita secca di coperti si stima si aggiri tra il 60% ed il 90% per il 50% delle strutture, e per la restante parte tra il 30% ed 60%. Vista la situazione fotografata, prosegue Michele Benemio, risulta evidente che le imprese subiranno delle gravissime perdite e molte non riusciranno a sopravvivere; riteniamo quindi indispensabile da parte dei Comuni l’adozione di provvedimenti, che reputiamo imprescindibili per poter almeno sperare in una possibile ripresa”.

Ed ecco le richieste: annullamento dell’IMU/TASI sugli immobili strumentali per il 2020; annullamento della TARI per i primi sei mesi del 2020 e riduzione del 50% per il secondo semestre 2020, (da verificare in base agli effettivi fatturati del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019); abolizione della TOSAP per il 2020; abolizione della imposta di soggiorno per il 2020, per poter essere più competitivi ed attrattivi, anche in considerazione del fatto che non tutti i comuni umbri la applicano; annullamento dei canoni demaniali per il 2020, e rimodulazione delle tariffe per i prossimi anni.

Ovviamente, conclude Benemio, il Consorzio Urat non starà a guardare e metteremo da subito in campo un’ulteriore azione di promozione e comunicazione. La crisi ci ha colpito dopo un inverno che era trascorso all’insegna di piccoli segnali positivi. Le prenotazioni per la stagione estiva stavano arrivando e si prospettava un inizio di stagione positivo. Le azioni intraprese dal Consorzio – partecipazione alle fiere, presentazione del prodotto “Trasimeno” all’estero, organizzazione di educational tour con operatori e giornalisti, animazione del territorio, avvio del progetto “Vivi il Trasimeno” – sono state tutte concepite per far conoscere la destinazione ai nuovi mercati, e consolidare la posizione nei mercati di riferimento.

Un ultimo appello, rivolto alle Istituzioni regionali e locali, di cui si fa portatore il Consorzio è quello di non abbassare la guardia sulle problematiche che da decenni affliggono il Trasimeno: il completamento della pista ciclabile, la manutenzione delle rive e delle sponde, la stabilizzazione del livello delle acque, e soprattutto la lotta ai chironomidi. L’auspicio finale è quello di sperare di accogliere in luglio e agosto almeno il 20% dei turisti che di solito ospitiamo in estate.