Categorie: Cronaca Spoleto

COUNT DOWN PER LA NOMINA DI MONS. FONTANA AD AREZZO. OPERAI FIRMANO PER NON FAR TRASFERIRE MONS. BOCCARDO A SPOLETO

Alcuni dipendenti del Governatorato Vaticano hanno firmato una petizione affinchè Monsignor Boccardo, n. 2 del potente ufficio, resti a Roma e non venga trasferito a Spoleto. Ma è stato tutto inutile: il prelato guiderà l’arcidiocesi di Spoleto-Norcia. E’ quanto anticipa ancora una volta il vaticanista Tornielli nel suo blog e secondo il quale già domani mattina dovrebbe arrivare la notizia ufficiale della nomina dell’arcivescovo Fontana ad Arezzo. Poco cambia se invece arriverà giovedì, come risulta invece a Tuttoggi.info. Il giornalista de Il Giornale nel suo articolo non nasconde neanche qualche problema di natura finanziaria che starebbe attraversando il Governatorato. Ecco il testo dell’ultima recensione firmata da Tornielli: “Approfitto di una postazione Internet funzionante per scrivere questa notizia: come già anticipato da questo blog (vedi post del 28 giugno), nei primi giorni della settimana appena iniziata (probabilmente martedì) sarà resa nota la nomina di monsignor Renato Boccardo, attuale numero due del Governatorato Vaticano, ad arcivescovo di Spoleto, al posto di Riccardo Fontana, che sarà trasferito ad Arezzo, prendendo a sua volta il posto di monsignor Gualtiero Bassetti, promosso arcivescovo di Perugia. Boccardo, che ha organizzato i viaggi papali di Giovanni Paolo II negli ultimi anni, e quelli di Papa Ratzinger agli inizi, era già stato segretario del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali. Alcuni operai cha lavorano alle dipendenze del Governatorato hanno scritto una lettera per chiedere che Boccardo rimanga, dato che hanno trovato in lui una persona sempre disponibile ad ascoltare i loro problemi. Ma il trasferimento era deciso da tempo. Il suo posto, come numero due del Governatorato, viene preso da monsignor Carlo Maria Viganò, destinato – quando sarà il momento – a succedere nella carica di presidente al cardinale Giovanni Lajolo. Il Governatorato non naviga in buone acque: la crisi ha bruciato quasi la metà dei suoi investimenti e il buco è diventato considerevole, tanto che si parla della possibilità di una sorta di commissariamento per quanto riguarda la gestione dei conti”.