Negli ultimi quattro anni le costruzioni in Umbria hanno garantito circa 4mila lavoratori in più, con il numero degli addetti, passati da 24.534 a 28.445 (+15,9%, incremento superiore a quello di tutti gli altri settori, il 10% del lavoro privato), con il settore che ha conosciuto una crescita del 2,5% di imprese e un contributo al Pil regionale salito al 5,2%.
Numeri, certificati dalla nuova indagine realizzata per conto della CNA dell’Umbria dal centro studi Sintesi, che fanno rivendicare al presidente regionale Costruzione dell’associazione, Emanuele Bertini, che il settore “si conferma un pilastro dell’economia umbra”.
“Le imprese di costruzioni – ha spiegato Bertini – hanno svolto un ruolo trainante per tutta l’economia regionale nell’ultimo quadriennio. Dopo gli anni della grave crisi iniziati intorno al 2008 e proseguiti fino all’avvento della pandemia, finalmente il settore ha potuto risollevare la testa e dare un contributo fondamentale alla produzione di ricchezza”.
Secondo il report, illustrato da Pasquale Trottolini, responsabile regionale di CNA Costruzioni, “il comparto ha fatto registrare un aumento del numero delle imprese, ma soprattutto degli addetti, contribuendo in maniera significativa al rilancio dell’occupazione regionale nella fase post pandemica, pur scontando una grande difficoltà di reperimento di personale. Complessivamente, infatti, il numero delle imprese è passato dalle 10.755 unità del 2019 alle 11.022 nel 2023. Ma la dinamica più sorprendente è quella del numero degli addetti, passati da 24.534 a 28.445, con un incremento pari al 15,9%, superiore a quello di tutti gli altri settori”.
La crescita ha cambiato anche il peso delle costruzioni all’interno dell’economia regionale, che adesso rappresentano il 13,4% delle imprese, il 10 % degli occupati di tutto il settore privato e apportano un contributo al valore aggiunto pari al 5,2%.
“Il fenomeno della crescita dimensionale delle imprese umbre registrato dalla nostra recente indagine sul sistema economico regionale – ha proseguito Trottolini – si conferma anche per le imprese di costruzioni, la cui dimensione media passa da 2,4 a 2,9 addetti, un salto importante anche se inferiore alla media regionale generale (3,7). A crescere sono state sia le piccole e medie imprese che quelle di micro dimensioni, che continuano a rappresentare oltre il 95% del totale (10.515), dando lavoro a 18.000 persone (63,3% del totale degli occupati nel settore), un dato che conferma l’importanza delle imprese artigiane all’interno del settore. L’altro dato rilevante messo in evidenza dalla ricerca è la prevalenza dei lavori specializzati all’interno del macro comparto delle costruzioni, che comprende anche le imprese di impiantistica, infissi, finitura edifici, coperture. Una prevalenza sia in termini di numero di imprese (7.568 – 68,7%), sia per numero di addetti (17.768 – 62,5%). Una dinamica confermata anche dal numero delle imprese iscritte nel 2023, a testimonianza di una forte crescita dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare”.
“Il nostro settore – ancora le parole di Bertini – è tornato a crescere negli ultimi anni soprattutto grazie agli incentivi fiscali per il sistema casa, in particolar modo grazie alla possibilità di accedere alla cessione del credito e allo sconto in fattura, che sono stati il vero motore della riqualificazione del patrimonio immobiliare, generando in Umbria oltre 4miliardi di investimenti. A questo va aggiunta la svolta significativa della ricostruzione post-sisma e la nuova stagione delle opere pubbliche, evidente soprattutto dal 2022″.
“Ma ora – ha aggiunto il presidente Bertini – bisogna guardare al futuro, creando le condizioni per rilanciare ulteriormente il settore e proteggerlo dalle minacce del mercato, perché la riduzione deli incentivi e il blocco della cessione dei crediti potranno creare già dal 2024 una brusca inversione di tendenza e una contrazione del mercato della ristrutturazione, soprattutto residenziale, che attualmente rappresenta il principale sbocco delle costruzioni in Umbria. A maggior ragione dopo la definitiva approvazione della direttiva europea che prevede importanti obiettivi di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare”
“Per farlo vanno riordinati e stabilizzati i bonus casa in un’ottica che guardi ai prossimi 25 anni – ha aggiunto il direttore regionale CNA, Roberto Giannangeli – per arrivare nel 2050 con un parco residenziale ad emissioni zero. Ma soprattutto vanno ripristinati la cessione del credito e lo sconto in fattura, per consentire soprattutto a chi non ha risorse economiche di effettuare miglioramenti delle proprie abitazioni. Lo stiamo chiedendo da tempo al governo, al quale abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo tecnico, ma anche ai parlamentari eletti in Umbria.”
“Con i circa 4miliardi di euro che, si stima, arriveranno in Umbria attraverso il Pnrr, e con quelle della ricostruzione post-sisma, l’obiettivo comune deve essere quello di riuscire a trasformare queste risorse in opere cantierabili in tempi rapidi, individuando procedure per l’assegnazione dei lavori diverse dal massimo ribasso, che è una delle cause maggiori del mancato rispetto delle norme sulla sicurezza. Se non si parte da qui, tutto quello che viene dopo, come la patente a punti, sarà superfluo”.
Presente alla conferenza stampa anche l’assessore regionale alle opere pubbliche, Enrico Melasecche: “I dati della ricerca ci confortano, intanto per la loro positività dopo un lungo periodo di crisi del settore. Oggi, grazie ad alcuni provvedimenti governativi ma anche all’impegno della Regione, che ha fatto di tutto per andare incontro alle esigenze delle imprese, il quadro è cambiato. Le imprese vanno messe in grado di lavorare, con norme chiare, prospettive chiare e la possibilità di sentire le istituzioni vicine”.