La 33enne marocchina, che ha denunciato vessazioni mentre viveva al Trasimeno col marito e i figli, sarà ascoltata dagli inquirenti
Riaperto il caso della donna marocchina che nel periodo in cui aveva vissuto in una località del Trasimeno era stata costretta, dal marito, a indossare il velo integrale e a non avere rapporti con donne occidentali. Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha chiesto infatti un supplemento di indagini dopo l’archiviazione della denuncia presentata dall’avvocato della donna, Gennaro De Falco. Un’archiviazione che aveva fatto discutere, perché argomentata con il quadro culturale della famiglia, al quale la donna – mamma di tre figli – non si sarebbe sottratta fino a quel momento. Parole, quelle scritte nel provvedimento, che avevano creato clamore anche a livello nazionale.
Vessazioni che sono state perpetrate anche durante il soggiorno al Trasimeno. E che, secondo quanto denunciato dalla donna, avrebbero riguardato anche i figli, a cui sarebbe stata preclusa la normale socialità.
Fino alla riapertura del caso. La 33enne marocchina, che ora vive in una località segreta in Campania con i tre piccoli, sarà ascoltata dagli inquirenti giovedì 3 febbraio.