In attesa del quesito posto all’Aran i medici universitari sono pronti, alle attuali condizioni contrattuali, a dare corso alla nuova organizzazione della sanità umbra, secondo lo schema di convenzione che ha avuto il via libera all’unanimità dal Senato Accademico e che è stato approvato dalla Giunta regionale.
Un percorso di integrazione tra le Aziende ospedaliere universitarie di Perugia e Terni che, formalmente, sarà attuato nell’arco massimo di 120 giorni. Ma che per circa il 90 per cento è già definito e potrà quindi trovare concreta attuazione già nei prossimi giorni. In attesa poi che l’aspetto contrattuale dei professionisti venga appunto aggiornato alla luce del parere dell’Aran.
A presentare l’accordo, la governatrice umbra Donatella Tesei e il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Perugia Maurizio Oliviero, insieme all’assessore Luca Coletto e al direttore Vincenzo Nicola Talesa.
Una programmazione, ha sottolineato Tesei, che si inquadra all’interno della riorganizzazione della sanità umbra. Mandando un messaggio ai territori che, come lo Spoletino, la Valnerina e la Media Valle, lamentano un depotenziamento dei rispettivi ospedali: “Questa riorganizzazione potenzierà la risposta nei confronti di tutta la comunità regionale”. Evidenziando anche come prima non fossero attivi determinati servizi in ospedali che pure, nominalmente, avevano le funzioni per garantirli. Aggiungendo: “Pensare che sotto casa si possa avere l’ospedale con il pronto soccorso non va nella direzione di garantire la sicurezza”. Insomma, le funzioni di specializzazione saranno ben distinte da quelle che dovranno essere garantite dalle strutture sanitarie territoriali, in particolare per gli anziani.
Tesei ha evidenziato come la definizione di strutture complesse e dipartimenti consentirà di mettere in campo bandi e procedure concorsuali per coprire in modo definitivo strutture che attualmente sono gestite da facenti funzioni o ad interim.
Sollecitato sul tema degli specializzandi, che riguarda tuta la sanità nazionale, il rettore Oliviero ha parlato del problema di trattenere in Italia i medici formati, con alta professionalità, nelle università italiane. Cosa che può avvenire dando ai giovani medici la prospettiva di un’adeguata retribuzione, considerando i tempi lungi di formazione, in media 12-14 anni da quando ci si iscrive al primo anno di università. “Le competenze – è la ricetta del magnifico rettore per mantenere in Italia i medici – va pagata”.
Tesei ha poi annunciato che sarà consentito agli specializzandi proseguire il proprio percorso di formazione anche all’interno delle strutture territoriali che faranno richiesta di accreditamento all’Università.
Un’accordo, quello tra Università e Regione, che si è sviluppato su due parole chiave: efficientamento e razionalizzazione. Utilizzando come metodo quello di lavorare per funzioni. “Un percorso lungo perché soppesato e meditato” ha detto Coletto. Evidenziando come si tratti di una nuova programmazione della sanità pubblica.
Le risorse risparmiate dall’eliminazione di doppioni ed altre inefficienze, hanno assicurato le parti, saranno investire per consentire il miglioramento delle strutture complesse e dipartimentali.
(a seguire servizio completo)