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Corte dei Conti, nel 2013 recuperati oltre 3,5 milioni / Oggi inaugurato l'anno giudiziario / Foto

“E' molto diffusa la cultura dell'illegalità e del mancato rispetto delle regole, non solo nelle classi dirigenti, ma anche nei cittadini comuni. Occorre impegnarsi a fondo per superare questa situazione, in nome del concetto di legalità funzionale”. Queste la parole del presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti dell'Umbria, Alberto Avoli, pronunciate questa mattina in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2014. “Esiste una buona e onesta amministrazione. Tuttavia, non sempre vengono prese le distanze dall'area del malaffare con il dovuto vigore”.

Nella sua relazione il presidente Avoli ha parlato di “risultati positivi raggiunti in Umbria per quanto riguarda la razionalizzazione delle Agenzie regionali, il riordino sanitario, il mantenimento di buone capacità progettuali strategiche, la percentuale di utilizzo dei fondi comunitari”. D'altro canto viene espressa preoccupazione per la eventuale trasformazione delle Province in enti di secondo livello. “Occorre definire bene le funzioni – sostiene Avoli – e riallocarle secondo principi di razionalità ed efficienza. Sembra maggiormente urgente un intervento di razionalizzazione e di dimagrimento degli enti subprovinciali e di tutte le società partecipate”. Sul ruolo in generale della Corte dei conti, il presidente Avoli auspica che “l'azione della magistratura contabile abbia a concentrarsi sempre più su questioni di respiro strategico” e sulla magistratura in generale che sia “lontana da qualsiasi forma di narcisismo mediatico”.

E' uno scenario con luci e ombre quello della gestione delle risorse pubbliche in Umbria delineato dal procuratore regionale della Corte dei conti Agostino Chiappiniello in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2014. Secondo il magistrato il “quadro complessivo è abbastanza deludente”. “Ci sono sprechi – ha sottolineato Chiappiniello – ma anche impieghi positivi per la collettività. In particolare continuano illeciti e danni erariali che potrebbero essere evitati con maggiore etica e attenzione. Non comunque necessariamente legati a vantaggi personali”. Chiappiniello ha comunque evidenziato che “complessivamente la pubblica amministrazione in Umbria funziona”. “Ci sono – ha proseguito – tante persone che lavorano e bene”. Tra i vari settori di impegno nell'ultimo anno dei magistrati contabili, il procuratore ha citato i “molti casi di malasanita'” sui quali sono stati svolti accertamenti.

In totale nel 2013 la procura ha aperto 1.816 istruttorie, 53 atti di citazione e 1.806 provvedimenti di archiviazione. Le istruttorie pendenti al 31 dicembre erano 4.195, in lieve decremento rispetto all'anno prima. Grazie all'attività della Corte nel 2013 le pubbliche amministrazioni hanno recuperato in via stragiudiziale 2.183.327 euro cui vanno sommati 1.554.000 euro a seguito di condanne della sezione giurisdizionale (+256% rispetto al 2012). Tutte regolarmente eseguite quindi con soldi effettivamente rientrati nelle casse pubbliche.

“L'efficacia dell'azione amministrativa si misura nella sua capacità di programmazione della spesa pubblica. Nel nostro Paese, purtroppo essa è spesso operata in maniera 'emergenziale'. Si e' persa la capacità di una programmazione pluriennale della spesa pubblica e ciò incide negativamente sulla capacità stessa del paese di essere competitivo”: e' quanto affermato dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini, intervenuta oggi a Perugia alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti. La presidente Marini – riferendosi al contenuto delle relazioni del presidente Alberto Avoli e del procuratore generale Agostino Chiappiniello – riguardo al tema della corruzione nella pubblica amministrazione e della necessità di maggiore trasparenza, ha sottolineato come “per la Regione Umbria la lotta alla corruzione rappresenta una assoluta priorità in quanto il diffondersi delle pratiche corruttive mina la fiducia dei mercati e delle imprese, scoraggia gli investimenti dall'estero e determina una perdita di competitività del Paese”.