Corte Appello su piccolo Joan, infondato ricorso sindaco Romizi | Ordinata trascrizione - Tuttoggi.info

Corte Appello su piccolo Joan, infondato ricorso sindaco Romizi | Ordinata trascrizione

Redazione

Corte Appello su piccolo Joan, infondato ricorso sindaco Romizi | Ordinata trascrizione

La Magistratura ordina per la seconda volta la trascrizione dell'atto di nascita del piccolo a nome di tutte e due le madri Aggiornamenti, Pillon: "Assecondata l'offensiva delle lobby gay, il ministro interverrà"
Gio, 23/08/2018 - 12:21

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Aggiornamento ore 16. Sulla vicenda del piccola Joan interviene anche il senatore Simone Pillon, capogruppo della Lega in Commissione giustizia, manifestando la propria solidarietà “a questo bambino artificialmente privato della figura paterna” e confidando “nella volontà del comune di Perugia di ricorrere per Cassazione contro una decisione tanto erronea“. “Continuando su questa strada – prosegue Pillon – rischiamo di legittimare i delitti e ancor peggio di privare i bambini delle loro radici e di una delle due figure genitoriali”. Per Pillon la Corte di Appello di Perugia “ha fatto male ad assecondare l’offensiva delle lobby gay“. E aggiunge: “I giudici non possono sostituirsi alla realtà dei fatti senza calpestare il diritto naturale. I bambini nascono da un uomo e una donna e non possono essere comprati all’estero mediante la pratica delittuosa del traffico di gameti umani o dell’utero in affitto” prosegue l’esponente leghista. Che ricorda: “Il ministro dell’Interno ha annunciato proprio qualche giorno fa un suo intervento per chiudere definitivamente la porta a queste inaccettabili violazioni del superiore interesse del fanciullo“.


La Corte di Appello di Perugia mette la parola fine sul caso del piccolo Joan, che il Comune di Perugia si era rifiutato di riconoscere perché figlio di due donne, e ordina al sindaco Romizi di trascrivere immediatamente l’atto di nascita con entrambe le madri.


Il caso del piccolo Joan, nuovo scontro tra Comune e Omphalos| Video della protesta in Consiglio


«La magistratura è dovuta intervenire ancora una volta in pochi mesi per tutelare i diritti fondamentali del piccolo Joan; diritti che il Sindaco Romizi ha costantemente ignorato nel corso di tutta questa lunga vicenda – commenta Stefano Bucaioni, Presidente di Omphalos LGBTI-. Quello del comune è stato un vero e proprio accanimento ai danni di un minore che ha anche leso profondamente l’immagine di un’intera comunità cittadina non abituata a simili crociate ideologiche».

La Corte di Appello ha ritenuto infondato il ricorso presentato dal sindaco Romizi e dal ministro Salvini contro la precedente decisione del Tribunale arrivata lo scorso marzo. L’ordine del tribunale di trascrivere integralmente l’atto di nascita di Joan non è mai stato attuato dal Comune, che invece ha ricorso in appello, perdendo ancora una volta.


Caso Joan, Tribunale Civile Perugia ordina trascrizione delle due mamme | Aggiornamenti


«A livello nazionale e non solo, Romizi ha dato un’immagine di Perugia, come di una città incapace di accogliere un bambino nato all’interno di una famiglia arcobaleno, lasciandolo senza documenti e ignorando la sua esistenza per un anno – prosegue Bucaioni-. Il rifiuto di Joan è una scelta che non rappresenta e non ha mai rappresentato le cittadine e i cittadini di di questa città».

A difendere Joan e le sue mamme durante il lungo iter giudiziario sono stati gli avvocati Vincenzo Miri e Martina Colomasi dell’associazione Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI che commentano: «Siamo molto soddisfatti per il decreto, che ricostruisce con precisione un quadro giuridico della genitorialità a tutela di tutti i figli, senza che rilevi l’orientamento sessuale dei genitori e il modo in cui i bimbi vengono al mondo. L’equivalenza di ogni famiglia è il punto cardine della pronuncia e rappresenta un premio ai tanti sforzi compiuti in questi anni, insieme alla insostituibile attività di Omphalos, vera risorsa nazionale a tutela delle persone LGBTI»

«Ci auguriamo che il sindaco Romizi abbia finalmente compreso che non esistono famiglie di serie A e famiglie di serie B, – conclude il Presidente di Omphalos-. L’attività amministrativa del primo cittadino impone la tutela di tutti i bambini, indipendentemente dalla tipologia di famiglia in cui sono nati, amati e cresciuti. Romizi riconosca i suoi errori, altrimenti farà bene a dimettersi. Ricoprire il ruolo di primo cittadino significa saper essere il sindaco di tutte e di tutti; è un atto grave arrivare a strumentalizzare l’istituzione che si rappresenta per una crociata ideologica a meri fini elettorali, con lo scopo di accattivarsi le simpatie dei fondamentalisti religiosi e dei peggiori ambienti reazionari».

Foto repertorio TO

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