Trenta dottorandi di ricerca italiani e stranieri (India, Iran, USA), guidati da quindici docenti proveniente dall’Italia e dall’estero (Germania, Portogallo, Spagna) hanno partecipato al corso di formazione superiore sui cambiamenti climatici che si è svolto dal 12 al 15 giugno nell’ex convento degli Olivetani dell’Isola Polvese.
L’iniziativa, svoltasi nella sede del Centro Cambiamento Climatico e Biodiversità in Ambienti Lacustri ed Aree Umide di ARPA Umbria, è la settima organizzata dalla Rete Genetica e Biotecnologia delle Piante (PGBN), quest’anno insieme alla Società Italiana di Biologia vegetale e al Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Ateneo, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Perugia; lo scopo principale è quello di contribuire al percorso di alta formazione dei dottorandi.
I cambiamenti climatici, infatti, hanno un impatto diretto sulle piante, da cui ricaviamo alimenti, fibre, combustibili e un gran numero di altre sostanze e servizi ecosistemici. La genetica, la fisiologia e la biotecnologia applicate alle piante hanno il compito di studiare come le piante rispondono agli stress determinati dal clima che cambia e per assicurare l’adattamento delle piante coltivate all’ambiente nel futuro.
I docenti hanno tenuto lezioni sui molti aspetti della problematica trattata, da quelli biologici a quelli agronomici; in una di esse, Antonello Pasini, climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha fornito il quadro del problema climatico a livello globale. Durante la tre giorni sull’isola Polvese gli studenti hanno avuto la possibilità di scambiare idee con i colleghi e i docenti; alcuni hanno anche presentato le loro ricerche in una sessione autogestita.