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Coronavirus, in Umbria la variante brasiliana è ormai prevalente: casi da tutti i laboratori umbri

La variante brasiliana del Coronavirus è ormai prevalente in Umbria. E’ quanto emerge dai risultati dei primi 77 tra i 191 campioni prelevati da tutti i laboratori umbri su pazienti positivi, rappresentativi della popolazione umbra per fascia di età e residenza.

In attesa che entro domenica arrivino i risultati sugli altri 114 campioni tra quelli inviati, il sequenziamento finora ha mostrato che su 77 infezioni ben 41 sono dalla variante brasiliana del Covid e 22 da quella inglese.


Le varianti Covid dilagano in Umbria:
trovati altri casi di brasiliana e inglese


Questo significa (anche se il sequenziamento non è completo perché mancano appunto i responsi sugli ultimi 114 campioni), che più della metà delle persone che si stanno infettando in Umbria sono colpite dalla variante brasiliana.

Dati, quelli che arrivano dall’Umbria, che l’istituto superiore della sanità e il Ministero stanno valutando con particolare attenzione.

Variante brasiliana e inglese nei laboratori di tutta l’Umbria

I campioni con la presenza di varianti brasiliana e inglese provengono praticamente da tutti i laboratori dell’Umbria. I dati forniti, al momento, non contengono informazioni circa la residenza dei soggetti infettati. La localizzazione precisa della presenza delle varianti nelle diverse aree dell’Umbria, quindi, sarà fatta quando l’analisi sarà completa su tutto il campione statistico.

La maggior parte dei campioni su cui è stata riscontrata la variante brasiliana provengono dal laboratorio di Perugia (21), 8 da Città di Castello, 5 da Spoleto. Ce n’è anche uno dal laboratorio di Terni, dove sono stati trasferiti nelle ultime settimane pazienti Covid dalla provincia di Perugia.

Ugualmente i campioni con variante inglese sono giunti prevalentemente dai laboratori di Perugia (9) e Città di Castello (7), ma ci sono casi selezionati anche dalle equipe di ricerca di Terni e Spoleto.

La ricerca del Paziente Zero

Proseguono gli studenti per cercare di comprendere come la variante brasiliana del Coronavirus sia arrivata in Umbria.

Le verifiche al momento sono ferme ai tre portatori che sarebbero all’origine dei cluster all’interno dell’ospedale di Perugia. Si tratta di una donna che assisteva un degente, di un paziente e di uno dei due operatori che si sono reinfettati dopo essere guariti dal Coronavirus.

“Ad oggi non si può individuare il Paziente Zero” ha detto il commissario Covid Massimo D’Angelo. Spiegando che ci sono dei soggetti indice, in base ai sintomi, già nel mese di dicembre. D

“E’ avventuroso pensare di risalire a prima dell’8 gennaio” ha aggiunto il direttore Claudio Dario, poiché la variante brasiliana è stata individuata per la prima volta in Giappone proprio in quella data ed in precedenza era impossibile effettuare un sequenziamento. Quindi la possibilità che il contagio iniziale sia avvenuto a seguito di viaggi di ritorno dal Brasile da dicembre è molto difficile da dimostrare.

Il Cts locale: prorogare le zone rosse rafforzate

Una situazione che, pur in presenza di un appiattimento della curva anche in provincia di Perugia, continua ad essere molto critica, per il numero comunque alto di nuovi contagi e per l’incidenza sulla popolazione. Che nel Perugino è di 332 casi ogni 100 mila abitanti. (82,34 nel Ternano).

Continua a salire la curva dei ricoveri e dei decessi. Cosa che fa ritenere che le varianti, oltre ad essere più contagiose, siano anche più aggressive.

Per questo l’indicazione del Cts (Comitato tecnico scientifico) locale è di proseguire con le zone rosse secondo l’ordinanza della Regione, escludendo il comune di Amelia, dove il focolaio sembrano essere stato arginato. Pertanto, in tutto il Ternano vale la zona arancione, mentre la governatrice Tesei, di concerto con il ministro Speranza, ha confermato la zona rossa per tutta la provincia di Perugia.

In base alla bozza del Cts nazionale, l’Umbria è ancora regione ad “alto rischio”.


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Le scuole

Resta alta nel Perugino l’incidenza dei contagi tra i giovani. Nelle fasce di età fino a 24 anni l’incidenza resta molto alta, intorno ai 400 casi per 100 mila abitanti. Anche se negli ultimi giorni si registra un appiattimento delle curve.

Una dinamica che non si è registrata nel Ternano, dove non si è riscontrato un aumento dei contagi tra i ragazzi in età scolare.

Complessivamente si abbassa in Umbria (e questo potrebbe essere un’ulteriore effetto delle varianti) l’età delle persone ospedalizzate.

Grazie agli ottimi numeri del Ternano l’indice Rt calcolata negli ultimi 14 giorni è 0,98 (con una forbice tra 0,81 e 1,16).


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