Effetti dell’emergenza Coronavirus (la pericolosa polmonite virale scoppiata in Cina) anche in Umbria, tra giuste precauzioni e psicosi.
Un Consiglio dei ministri straordinario convocato dopo i casi di contagio accertati a Roma ha spinto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ad annullare tutte le iniziative programmate, tra cui il seminario al quale era atteso nell’Aula Magna della Scuola di Medicina e Chirurgia a Perugia, che è stato rinviato.
E intanto è psicosi da contagio. Un autobus dell’azienda di trasporti perugina Sulga, partito dall’aeroporto di Fiumicino e diretto a Perugia, è stato sottoposto a un controllo durante il tragitto, dopo che una donna aveva lamentato la presenza di due passeggeri asiatici con la mascherina sul viso.
I controlli, durati un paio d’ore, non hanno evidenziato situazioni di rischio. Tanto più che i due passeggeri asiatici erano stati già controllati all’aeroporto, comeprevedono i protocolli di sicurezza. L’autobus ha così potuto riprendere il suo viaggio.
Hanno deciso di rientrare a Terni i due passeggeri della nave da crociera Costa Smeralda rimasta per due giorni al porto di Civitavecchia a seguito dell’allarme scattato per la presenza a bordo di due asiatici con la febbre. Tutti i test sono risultati negativi e la crociera, pur con variazioni nel programma, è ripresa. “Troppo stress per noi” hanno detto però i due passeggeri ternani, che hanno così deciso di tornare a Terni.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha invece comunicato che rientreranno lunedì in Italia 70 degli 80 connazionali che si trovano ancora a Wuhan, epicentro del virus. Tra loro ci dovrebbero essere anche i folignati. “Ovviamente – ha detto il ministro a proposito degli italiani che saranno rimpatriati – saranno sottoposti a un regime sanitario in Italia, in un luogo dedicato, una struttura militare”.
Insomma, saranno messi in quarantena, per motivi precauzionali, anche se nessuno di loro presenta i sintomi della malattia. Una decina di italiani ha però deciso di restare a Wuhan.
Una imprenditrice cinese, residente a Jesi, ha contatto il presidente di Federfarma Umbria, Augusto Luciani, chiedendo di acquistare centomila mascherine protettive da inviare nel suo paese.
Nelle farmacie dell’Umbria in questi giorni sono tantissimi i cinesi che stanno acquistando mascherine da inviare in Cina, dove sono ormai introvabili per l’allarme legato al Coronavirus.
La consigliera regionale Paola Fioroni ha annunciato una interrogazione urgente all’assessore umbro Luca Coletto per chiedere “quali misure si stanno mettendo in atto nelle strutture del servizio sanitario regionale per affrontare il rischio potenziale rappresentato dal diffondersi dall’epidemia di Coronavirus”.
Fioroni esprime “preoccupazione anche per l’allarme sociale che questa aggressiva forma virale rischia di diffondere tra la popolazione. Siamo consapevoli – aggiunge – che l’assessore Coletto sta lavorando sulle misure necessarie e sulla loro diffusione, proprio per questo riteniamo essenziale che venga messa in campo un’appropriata informazione su ciò che il servizio sanitario pubblico sta predisponendo anche nella nostra Umbria per affrontare una situazione che l’Organizzazione mondiale della sanità definisce di ‘emergenza globale’. Un’emergenza – conclude – tristemente confermata dai 213 decessi e dalla veloce progressione del contagio, sia da un punto di vista geografico che nel numero dei casi”.