Bloccato dall’11 marzo a Lima, Perù: è la vicenda che sta vivendo un ragazzo ternano che, in seguito alla quarantena imposta dal governo peruviano per contrastare il diffondersi del Coronavirus, si è visto costretto alla permanenza forzata nel paese latino, dove si trovava per motivi personali.
La vicenda
Il ragazzo è stato raggiunto telefonicamente da TO, al quale ha raccontato l’esperienza che sta vivendo. Secondo quanto riferisce, appresa la situazione di blocco dei voli verso l’Europa, insieme ad altri italiani che si sono trovati nella stessa situazione, ha allertato subito le ambasciate italiane e inglesi (il giovane vive e lavora a Londra nel comparto sanitario). Dopo vari scambi di email con le istituzioni, al momento, ha ottenuto l’inserimento in lista per i voli che la Farnesina sta predisponendo per riportare in patria i connazionali che stanno vivendo questo tipo di problematiche, anche se ancora la soluzione non sembra vicina, visto che l’Italia è in blacklist nell’elenco dei voli che possono transitare a Lima.
3mila dollari per tornare?
Attraverso la locale ambasciata, la Farnesina ha fatto sapere agli italiani in Perù che potrebbe esserci una soluzione, attraverso la compagnia di bandiera peruviana autorizzata dal governo a volare verso l’Europa (le destinazione dovrebbero essere Londra e una città in Svizzera). Unico problema, il costo. Secondo quanto riferito il prezzo del biglietto sarebbe circa di 3mila dollari, circostanza che ha spinto il ragazzo ternano a scrivere alla compagnia aerea e ai media locali per denunciare la questione, senza però avere alcun riscontro.
Per quanto riguarda il governo inglese, invece, nonostante il ragazzo lavori in un ospedale inglese e abbia la residenza nel Regno Unito, non prevede alcuna tutela in questo caso specifico. Al momento è tutto in sospeso e le speranze sono appese al filo che lega i rapporti diplomatici delle due nazioni.
Cosa accade a Lima
L’esperienza sta mettendo a dura prova il ragazzo che ci ha raccontato quello che sta effettivamente succedendo nel paese: “Al momento – racconta – sembra che qui non ci sia la reale percezione del pericolo che sta affrontando il mondo. Il governo ha comunque imposto il coprifuoco, cioè dalle 20.00 alle 05.00 nessuno può uscire e le strade sono presidiate dall’esercito. Il problema è la composizione sociale di Lima, dove c’è molta povertà e ignoranza. Nelle zone più borderline, come centri storici o periferie, la vita continua come se nulla fosse. Bambini giocano per strade e vendono come ambulanti, le macchine girano di continuo; la parte turistica sembra più tranquilla, ma anche qui si continua a fare una vita abbastanza normale, soltanto il traffico delle auto è un po’ diminuito”.
foto del portale theonlyperuguide.com