Perugia

Coronavirus, Regione e Prefettura bloccano a Perugia i test rapidi privati a 70 euro

Coronavirus, stop in Umbria all’avvio dei test rapidi a pagamento effettuati da privati. La decisione è stata presa dalla clinica privata perugina, pronta ad effettuarli a chi ne avesse fatto richiesta al costo di 70 euro, a seguito dell’azione della Regione Umbria. Che ha avviato un piano per l’ampliamento dei tamponi e degli stessi test rapidi, seguendo però un protocollo con l’individuazione delle persone a cui effettuarli e sotto la supervisione dell’Istituto superiore della sanità.

Le ispezioni nella clinica privata

Alla notizia dell’avvio dei test rapidi a pagamento da parte della clinica perugina (ma anche altre, a Perugia e in altre città umbre, erano pronte ad effettuarli) la Regione aveva allertato la Prefettura. A cui sono seguite due ispezioni da parte della Usl Umbria 1 e dei carabinieri del Nas (Nucleo anti sofisticazione) nella clinica privata perugina.

Il caso perugino diventato nazionale

Una richiesta a Regione e Prefettura di fermare la pratica era giunta anche dalla Cgil, che aveva portato la questione all’attenzione nazionale. E così il caso umbro era arrivato ai tavoli ministeriali.

Il “mercato” dei test rapidi

Nella puntata di Porta a Porta di giovedì 2 aprile gli esperti hanno parlato ampiamente delle metodologie per effettuare i test rapidi in grado di svelare la presenza degli anticorpi (test sierologici), segno della recente presenza del virus. Tuttavia è stato spiegato come in queste settimane siano stati predisposti vari test, alcuni dei quali hanno livelli di affidabilità molto bassi (addirittura con il 70 per cento di errore nel caso di una tipologia inizialmente utilizzata in Germania). Il livello di affidabilità è migliorato, ma in giro ci sono vari tipi di test rapidi, con prezzi differenziati.

Le tipologie e i costi

In circolazione, quindi, ci sono diversi tipi di test sierologici. Quelli che individuano gli anticorpi IgM indicano che l’infezione è in corso, mentre la presenza di anticorpi IgG significa che si è recentemente guariti dalla malattia.

Sempre con un certo margine di errore, a seconda del test. Perché alcuni sono effettuati sporcando con una goccia di sangue uno stick (come per il diabete). Se si utilizzano poi proteine sintetiche (più facili da reperire), il test costa meno (dai 30 ai 60 euro) ma è meno affidabile. Più complesso, ma preciso, utilizzare il virus inattivato.

I test più affidabili sono quelli con prelievo ed analisi del sangue. Il costo è maggiore (fino a 140 euro) e per la risposta occorrono due giorni.

In Toscana si fanno

Nella vicina Toscana alcuni laboratori privati stanno collaborando con la Regione nella somministrazione di test rapidi. Altri, però, annunciano che sono pronti ad effettuarli anche a chiunque ne faccia richiesta, dietro pagamento. I test rapidi, in Toscana, possono quindi essere eseguiti da tutti, purché non abbiano sintomi da Covid-19 o non risultino in quarantena.

I possibili rischi

Il rischio, in caso di errore e comunque di mancata validazione da parte di tamponi, è che persone asintomatiche sulle quali non siano stati rilevati gli anticorpi, ma infettate, possano andare ad esempio al lavoro credendo di non essere contagiose o, al contrario, di spingere alla stretta quarantena soggetti che non ne hanno bisogno.

La procedura della Regione Umbria

La procedura con i test rapidi avviata anche dalla Regione Umbria prevede un protocollo, con la scelta sia dei soggetti sui quali prioritariamente effettuare i test rapidi (come personale sanitario, protezione civile, determinati lavoratori, soggetti venuti a contatto con malati), sia delle successive validazioni effettuate attraverso i tamponi. Il risultato positivo al test rapido infatti, lo ricordiamo, rileva la presenza di anticorpi in un soggetto. Indicando, quindi, che quella persona è ancora infettata o che ha contratto il virus recentemente, ma può esserne guarita. Ecco perché serve poi la conferma del tampone per accertare l’avvenuta guarigione o meno.

La Lega: test rapidi e gratuiti solo dalla Regione

Alla preoccupazione (per ragioni scientifiche) e allo sdegno (per motivi etici) di fronte alla notizia per l’avvio di test rapidi privati a pagamento espressi a sinistra, si era aggiunta anche la posizione della Lega Umbria. Ricordando che l’Umbria è stata una delle prime realtà a partire con i test rapidi “nel contesto di una sperimentazione condivisa con l’Istituto superiore della sanità e supervisionata dal Comitato scientifico di cui fanno parte professionalità dell’Università di Perugia, alle quali spetta il compito di fornire indicazioni e strategie a supporto delle azioni che verranno adottate dalla Giunta“. Si tratta, quindi, di una sperimentazione che non ha costi per il cittadino ed è condotta con la massima attenzione.

La Regione Umbria – sottolinea la Lega – ha avviato un iter innovativo che sta già dando i primi risultati importanti e che servirà per calibrare la validità dei test stessi e la loro utilizzabilità nel merito degli interventi volti a contenere il diffondersi del virus in Umbria. Bisogna proseguire su questa strada“.