Trasimeno

Coronavirus: niente test “pit stop” al Trasimeno, screening a tappeto nelle Rsa

Dieci giorni senza nuovi contagi da Coronavirus al Trasimeno. Nonostante la triste notizia, giovedì, del decesso in ospedale a Perugia del paziente di Passignano, il comportamento responsabile della maggioranza dei residenti nel comprensorio e le misure attuate anche a livello locale per contenere il contagio hanno fatto registrare un traguardo importante, anche in vista della sospirata Fase 2.

No ai test “Pit stop”

La Regione per ora ha respinto le proposte avanzate dagli otto sindaci del comprensorio attraverso l’Unione dei Comuni del Trasimeno. Che avevano “offerto” il Trasimeno per una sperimentazione di buone pratiche per il contenimento del virus ed il suo monitoraggio. Attraverso test rapidi cosiddetti “pit stop“, cioè attraverso un’unità mobile che effettua le verifiche sulle persone che restano nelle loro auto. Ed anche un meccanismo per isolare le persone infettate dai conviventi, trasferendo i contagiati o in alternativa i loro parenti in apposite strutture, così da evitare i contagi all’interno dello stesso nucleo familiare. Proposte che i sindaci del Trasimeno hanno messo sul tavolo dell’assessore regionale Luca Coletto.

Il dirigente della Sanità umbra, Claudio Dario, nell’illustrare la strategia regionale per gli screening, ha spiegato che per il momento non è all’ordine del giorno l’utilizzo del test rapido in modalità “pit stop”. “Mandiamo i nostri operatori ad effettuare i test nelle comunità chiuse” ha chiarito.

Screening nelle residenze socio-sanitarie

E in questi giorni la Usl 1 sta effettuando un ampio screening nelle residenze di Magione e nel resto del territorio. Finora tutti gli ospiti delle strutture e gli operatori socio-sanitari sottoposti al test sono risultati negativi.

In merito alle modalità per isolare i positivi al Covid.19 dai familiari conviventi, Dario ha detto che si stanno predisponendo protocolli per stabilire come isolare le persone infettate. Ma non si è sbilanciato sulle metodologie che verranno scelte.

Quanto infine ad ipotesi di interventi differenziati per aree, Dario li ritiene poco applicabili alla realtà umbra. Sicuramente sarà differenziata, ha spiegato, la sorveglianza epidemiologica.