Coronavirus, rallenta il miglioramento della curva dei contagi in Umbria, dove c’è la più alta prevalenza della variante brasiliana. Nell’ultimo monitoraggio nazionale, al 18 marzo, in Umbria si ha un’incidenza delle varianti sul totale dei contagiati del 96%, di cui il 32% di variante brasiliana. In nessun alto territorio d’Italia i casi di variante brasiliana del Covid sono così numerosi. Nel Lazio, che segue l’Umbria in questa classifica relativa alla brasiliana, i casi di questa variante sul totale sono il 20,5%.
La nota positiva arriva dagli effetti della vaccinazione: tra la popolazione sanitaria e gli over 80, categorie in gran parte vaccinate contro il Covid, i casi di contagio sono sensibilmente diminuiti.
In Umbria l’indice Rt stimato è di 1.01, rispetto ad un indice medio stimato per il Paese di 0.96. Con un’incidenza regionale settimanale per 100 mila abitanti è di 137,5. Valore a cui concorrono ormai allo stesso modo entrambe le province, con quella di Terni che però segna un Rt più basso 0,90 (1,07 nel Perugino).
Proprio per l’alta circolazione delle varianti il Nucleo epidemiologico dell’Umbria ha fissato a 200 casi settimanali per 100 mila abitanti la soglia di allarme. Indice che al momento è stato superato dal comprensorio dell’Alto Chiascio (207), a seguito dei nuovi casi registrati negli ultimi giorni nell’Eugubino.
Livello di incidenza ancora elevato (187) pur in miglioramento nell’Alto Tevere. Nella Media Valle del Tevere l’indice è salito a 163. Si assiste anche ad un incremento dei casi nel Perugino (dove l’incidenza è salita a 101). Nell’Assisano l’indice è sceso a 125.8, mentre il Trasimeno si conferma il comprensorio a minor incidenza con meno di 59 casi settimanali per 100 mila abitanti.
Nel territorio della Usl2, il Folignate è sotto a 160 casi, il Ternano è a 158, lo Spoletino a 150, l’Orvietano a 138,5. La Valnerina ha un’incidenza di 104 casi settimanali per 100 mila abitanti, l’Amerino-Narnese di quasi 87.
Gli esperti del Nucleo epidemiologico evidenziano come i nuovi casi riguardino cluster in ambito lavorativo e contagi da zone di confine, come nell’Alto Tevere. Di fronte a queste situazione gli esperti auspicano il mantenimento di misure restrittive e soprattutto maggiori controlli. Questo anche in considerazione del fatto che, rispetto alla situazione vissuta dall’Umbria nell’aprile di un anno fa, il numero dei casi nella regione è molto superiore. Per gli esperti, comunque, gli aumenti dei contagi riscontrati negli ultimi giorni, proprio perché isolati, non dovrebbero costituire l’inizio di una possibile quarta ondata in Umbria.
Stabile l’andamento dei contagi tra le fasce in età scolare, che però restano con un’incidenza intorno ai 200 casi. Soggetti quasi sempre asintomatici e quindi queste fasce sono monitorate in maniera particolare.
Stabili i contagi nelle altre fasce di popolazione adulta, con il solo incremento significativo dei giovani tra 19 e 24 anni. Diminuiscono i contagi tra la popolazione over 80, segno che la vaccinazione sta dando i risultati attesi.
Le notizie positive arrivano dalla diminuzione delle ospedalizzazioni e dei decessi.
In base al bollettino della protezione civile regionale (aggiornato alle ore 12.11 di oggi, venerdì 2 aprile) i contagi nell’ultimo giorno sono 189, con gli attualmente positivi in totale che scendono a 4754, con un decesso. Calano ancora i ricoveri: sono 380 i pazienti Covid in ospedale, di cui 54 in terapia intensiva.