Il Coronavirus finora non ha fermato l’attività ordinaria degli ospedali dell’Umbria. Tanto che tra personale ospedaliero e utenti non sono pochi i malumori.
Poco rispetto della distanza di sicurezza viene segnalato all’ingresso degli ospedali di Terni e Perugia, dove ai cittadini prima dell’accesso viene fatto compilare un modulo ammassati nell’atrio.
Nessun controllo agli accessi sarebbe effettuato invece in altri ospedali umbri, dove comunque sono state chiuse le porte laterali come precauzione. C’è però chi segnala in questi giorni piccoli assembramenti di gente in attesa nei poliambulatori, dove le visite ordinarie sono tutte confermate, almeno per ora. Pochi sono i controlli, lamentano gli utenti, sul rispetto della distanza di sicurezza. Ed anche il personale medico e paramedico in parte è preoccupato per il mancato annullamento di visite ed interventi di routine che in questa fase potrebbero essere posticipati. Diversi utenti, comunque, annullano le visite non urgenti preferendo riprogrammarle in futuro.
Ma qualcosa è destinato a cambiare nelle prossime ore. Negli ospedali umbri è infatti prevista una riorganizzazione, in vista di un aumento dei casi di Coronavirus temuto ed atteso dalla Regione Umbria.
A fare il punto della situazione – ad oggi ci sono 37 positivi di cui 10 ricoverati – è stato l’assessore alla sanità Luca Coletto parlando in consiglio regionale martedì mattina.
Coletto ha spiegato che è stato redatto in Umbria un piano della gestione dei posti letto, che si basa sul lavoro di ricognizione realizzato da un gruppo di esperti. “Ci dobbiamo preparare – ha spiegato Coletto – a qualsiasi evenienza che comunque prima o poi dovrà arrivare”.
“E’ stata ipotizzata una riorganizzazione della rete ospedaliera su 3 livelli. Il livello 1 è con la presenza di casi positivi che necessitano di ricovero inferiore a 10, situazione attualmente superata. Il livello 2 prevede la presenza di casi positivi da 10 a 30 che necessitano di ricovero, mentre il livello 3 è superiore a 30 casi”.
I Dea (dipartimento emergenza) di secondo livello, cioè gli ospedali di Perugia e Terni, sono i punti di riferimento finalizzati al ricovero di casi gravi nelle malattie infettive e nelle terapie intensive.
I Dea di primo livello (Città di Castello, Gualdo-Gubbio, Foligno, Orvieto e Spoleto) invece sono stati distinti in 2 tipologie. Cioè quelli da destinare all’emergenza Coronavirus, riconfigurandoli per tale situazione, e quelli per la gestione di patologie acuta e subacuta, medica e di chirurgia ordinaria.
Quanto poi agli ospedali di base (Assisi, Media Valle del Tevere, Castiglione del Lago, Umbertide, Narni e Amelia) sono distinti anche questi in 2 tipologie. Cioè quelli da destinare all’emergenza Coronavirus, riconfigurandoli in tale situazione, e quelli di supporto all’emergenza e quindi dipendenti dalle necessità degli ospedali di primo e secondo livello.
L’ipotesi su cui si sta lavorando – ha detto ancora Coletto – è di destinare all’emergenza Coronavirus l’ospedale di Branca per i Dea di primo livello e quello territoriale della Media Valle del Tevere.
“Pantalla – ha detto l’assessore regionale alla sanità – potrebbe diventare un ospedale che raccoglie tutti quanti gli infetti senza sintomatologie importanti. Mentre Branca può accogliere gli infetti (visto che c’è la rianimazione) che hanno sintomatologia più importante rispetto agli altri. Tale ipotesi presuppone che entrambi gli ospedali vengano riconfigurati sotto il profilo organizzativo-strutturale.
Nel giro di 48 ore Branca dovrebbe essere pronta ad accogliere l’eventualità di pazienti sintomatici ma non gravi”.
Per garantire una risposta adeguata, è stato individuato il fabbisogno di personale, che è stato comunicato alla Presidenza del Consiglio ed al ministero della Salute. L’Umbria ha chiesto 154 infermieri, 37 oss, 19 radiologi, 3 tecnici di laboratorio, 26 anestesisti, 14 pneumologici, 13 infettivologi, 12 cardiologici, 15 internisti, 24 emergenza – urgenza, 9 autisti di ambulanza, per un totale di 326 persone.
È prevista l’attivazione di 8 posti letto di area critica attualmente non funzionanti. Nonché la creazione di 26 posti di terapia intensiva separati per il ricovero di pazienti Coronavirus. Servono 34 apparecchi per monitoraggio multiparametro di ogni paziente, 35 apparecchi fissi per ventilazione forzata e 11 trasportabili.
Le strumentazioni verranno acquistate in parte grazie al contributo delle fondazioni bancarie e in parte attraverso la centralizzazione degli acquisiti presso una azienda sanitaria.