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Coronavirus, i sindacati: “Niente fughe in avanti per le riaperture in Umbria”

Coronavirus, i sindacati umbri frenano di fronte alle “fughe in avanti” di imprenditori e associazioni datoriali verso la “fase 2”.

In una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil plaudono alla proroga della chiusura nazionale fino al 3 maggio e chiedono che le riapertura vengano concordate anche con il sindacato, per verificare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Diciamo no – scrivono Cgil, Cisl, e Uil – ad accelerazioni e forzature fatte sulla pelle dei lavoratori. Il governo nazionale ha giustamente prorogato le misure di contenimento fino al 3 maggio, non si può rischiare di compromettere il lavoro fatto sin qui, che ci ha consentito, anche grazie agli straordinari sforzi del personale sanitario, di contenere e ridurre fortemente la diffusione del virus“.

“Doppio danno”

I sindacati umbri considerano “pericolose” le “fughe in avanti” di imprenditori e associazioni datoriali di questi giorni. “Riavviare le attività produttive e commerciali senza una strategia di contenimento adeguata e concordata con le rappresentanze dei lavoratori, rischia di fare – a giudizio dei sindacati – un doppio danno: da una parte far ripartire la curva dei contagi e dall’altra allontanare la ripartenza economica da tutti auspicata”. 

Ascoltare medici e scienziati

Si ascoltino le autorità sanitarie, i tanti medici e professori che considerano questa fase ancora più delicata della precedente – concludono i sindacati -. Non si può sbagliare, chi invoca la ripartenza senza valide basi scientifiche antepone i propri interessi economici a quelli di salute pubblica. La sicurezza di tutti i lavoratori, dei pensionati e della cittadinanza deve restare al centro dell’azione di governo“.